In certi casi è possibile contestare una bocciatura a scuola, ovviamente occorre fornire prove concrete della bontà del proprio percorso.
Essere bocciati non è certamente una bella esperienza, e in certi casi questa si trasforma in un vero e proprio incubo. La bocciatura spaventa milioni di studenti, e nessuno vuole ritrovarsi a ripetere l’anno, prolungando “l’agonia” dello studio. Occorre impegnarsi durante tutto l’anno, in modo tale da essere promossi e per evitare ogni rimpianto.
Tuttavia, in alcuni casi si assiste a bocciature ingiuste, causate da una valutazione errata, da un conflitto tra insegnante e studente, o per altre motivazioni. Si tratta di una situazione davvero scomoda, che nessuno vorrebbe vivere. In casi del genere, però, si può fare ricorso, contestando la bocciatura. Che cosa bisogna sapere e come muoversi?
Quando è possibile contestare una bocciatura ingiusta: i passi da seguire per far valere la giustizia
Prima di intraprendere un’azione legale, occorre capire cosa abbia portato lo studente alla bocciatura. Il sistema educativo prevede delle procedure per contestare una decisione di bocciatura, ma queste devono essere seguite in maniera scrupolosa. Non sempre vale la pena fare ricorso, occorre prima capire se si ha ragione o meno.
Prima di tutto, il dialogo diretto è sempre una buona cosa, dunque è bene, da parte dello studente, affrontare il proprio insegnante, cercando di chiarire, discutendo sul voto assegnato e sulle eventuali incomprensioni. In certi casi si può richiedere l’intervento pacifico dei propri genitori, per discutere tutti assieme sul futuro dello studente.
Se la questione non si risolve, allora il passo successivo è quello di rivolgersi a un dirigente scolastico, spiegando la propria posizione e ciò che non va, presentando tutti i compiti affrontati durante l’anno scolastico per esaminarli. Questo è un diritto dello studente che non molto conoscono. Qualora non si trovi una soluzione, non resta che rivolgersi all’Ufficio scolastico regionale.
Bocciatura ingiusta, lo studente può fare un esposto al Tar
Questo è l’ente responsabile delle controversie nel sistema scolastico. Basta presentare un esposto su carta, firmato dallo studente, se maggiorenne, o dai genitori, se lo studente è minorenne. La denuncia deve soffermarsi sul comportamento del docente. L’esposto deve essere presentato entro un mese dalla bocciatura. Scuola, esami di riparazione 2024 già a luglio e agosto: le date.
Infine, se la questione resta irrisolta, si può fare ricorso al Tar, al tribunale competente. In tal caso, occorre la presenza di un avvocato, per testimoniare il comportamento scorretto del docente. A questo punto, scatta un’indagine interna. Se l’insegnante ha agito in malafede e lo si può provare, allora c’è una possibilità di annullare la bocciatura.
Il ricorso al Tar deve avvenire entro due mesi dalla bocciatura. Non è facile, almeno in Italia, fa prevalere il diritto dello studente. In linea generale, l’insegnante ha quasi sempre ragione, anche perché è difficile portare prove di un comportamento scorretto da parte di quest’ultimo. Comunque sia, anche i docenti possono commettere degli errori. I casi in cui si può essere bocciati all’esame di Maturità.