Nel 2024 torna il congedo parentale, aiuto volto a sostenere le famiglie italiane: scopriamo cos’è cambiato nella misura e quanto si può ricevere dall’INPS.
Essere genitori è un compito bellissimo, che arricchisce la vita con tanto amore. Tuttavia implica obblighi e responsabilità notevoli e, spesso, il tempo non è mai abbastanza per fare tutto: soprattutto, conciliare la vita lavorativa e quella familiare è davvero un’impresa che può mettere a dura prova. Per andare incontro ai genitori lavoratori, lo stato prevede misure ad hoc per dare aiuti economici e più tempo a disposizione per allevare i propri figli.
Tra gli aiuti spicca il congedo parentale, consistente in un beneficio economico per i genitori lavoratori di figli fino a 12 anni di età, grazie al quale ritagliarsi più tempo libero. Ne hanno diritto tutti i lavoratori del settore pubblico e privato e anche i genitori adottivi, mentre sono esclusivi i lavoratori domestici e a domicilio (scopri cosa sapere sulla naspi e la maternità).
Anche per il 2024 è stato previsto il congedo parentale. Il periodo massimo fissato per la madre lavoratrice è fino a 6 mesi, per il padre 6, che diventano 7 se non lavora per almeno 3 mesi. Quindi il totale del congedo per entrambi i genitori è di 10 mesi. Nel caso del genitore solo è, invece, di 11.
Accanto al sostegno, è previsto un’altra indennità di massimo 3 mesi, per un periodo indennizzabile in 9 mesi tra i due genitori. In passato l’ammontare percepibile era pari al 30% della media della retribuzione del madre e padre, mentre nel 2023 è stata aumentata all’80% e nel 2024 al 60% per un mese in più, per i nuclei familiari con un bambino entro il sesto anno di età (qui trovi un approfondimento sulla maternità e il regime forfettario).
Per quanto riguarda la richiesta del congedo parentale, come requisito è fondamentale che sia in corso un rapporto di lavoro. Nel caso dei lavoratori braccianti agricoli con un contratto a tempo determinato va richiesto entro il primo anno di vita del figlio e se si sono lavorate 51 giornate nell’anno precedente alla richiesta, oppure per 12 anni. Inoltre, è necessaria l’iscrizione nell’elenco dei lavoratori agricoli.
La domanda va sempre presentata online tramite in sito dell’INPS: per quanto riguarda i lavoratori dipendenti è il datore che la anticipa per poi essere rimborsato dall’ente.
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