Questa mattina c’è stato lo sciopero degli stabilimenti balneari, con apertura ritardata: il piano del Governo per le concessioni.
Questa mattina, venerdì 9 agosto, gli stabilimenti balneari della Penisola hanno scioperato, aprendo con due ore di ritardo rispetto al normale orario. La protesta è insorta a seguito delle gestione del Governo del dossier balneari. Se il Governo aveva annunciato un intervento chiarificatore prima della pausa estiva, alla fine non si è fatto nulla. Sciopero balneari: spiagge chiuse in questi giorni di agosto.
La non risposta del Governo ha dunque scatenato la rabbia dei gestori degli stabilimenti. Il presidente del Sindacato Italiano Balneari Antonio Capacchione ha affermato che purtroppo non si è preso alcun provvedimento legislativo per dare certezza a operatori pubblici e privati. Si teme per le prossime proteste, in calendario per il 19 e per il 29 agosto.
Si sta ancora discutendo sulle concessioni balneari, con l’esclusione della possibilità di proroga delle stesse. Nel frattempo, anche la UE ha spinto l’Italia a prendere provvedimenti e a intervenire tempestivamente, sfruttando anche la direttiva Bolkenstein, che permette di semplificare le procedure amministrative, sfoltendo la burocrazia.
Se le concessioni sono scadute lo scorso 31 dicembre 2023, ancora oggi i balneari stanno aspettando una risposta dal Governo Meloni. A tal proposito, il Governo dovrebbe mettere a punto un nuovo piano strategico, concedendo momentaneamente una mini proroga per consentire perizie sicure e indennizzi adeguati. Vacanze costose, quanto aumentano i prezzi per le famiglie.
La Premier Giorgia Meloni ha rivelato di aver convocato un vertice a Palazzo Chigi per chiarire gli accordi dell’Italia con l’Unione Europea, previsto per il prossimo 27 agosto. I tempi sono strettissimi per provare a inserire la direttiva Bolkestein nelle nuove concessioni e modellando le direttive già prese dal Governo Draghi.
Occorre quantificare gli indennizzi per i gestori che perderanno la propria attività e fare nuove mappature sul territorio. Nel frattempo, proseguono le proteste degli addetti al settore, anche se si attende un provvedimento di riordino delle concessioni demaniali per uso turistico. Il numero degli stabilimenti balneari in Italia è cresciuto a dismisura negli ultimi anni.
Si calcola che sono circa 7.200 mila le imprese, circa 800 in più rispetto a un decennio fa. L’Emilia Romagna è al regione con maggiore densità di stabilimenti, ormai quasi completamente satura. A crescere nettamente ci sono anche altre regioni, soprattutto Calabria, Campania e Sicilia. Al secondo posto della classifica, però, troviamo la Toscana, con 917 stabilimenti.
Terzo posto per la Liguria, con 797 stabilimenti. Nella maggior parte dei casi, si tratta di attività a conduzione familiare, le società di persone sono il 42%, mentre sono in crescita le società di capitale, con il 31%. Concessioni balneari, si accende lo scontro sui litorali italiani.
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