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Economia

Comuni italiani, molti rischiano il defualt. I dettagli della situazione

La preoccupante condizione finanziaria di molte amministrazioni locali alle prese con una crisi senza precedenti.

Rischio default per molti Comuni italiani (codiciateco.it)

Una crisi finanziaria molto grave sta colpendo le amministrazioni di molti Comuni italiani, in prevalenza del Sud. Sono ben 470 quelli in condizioni di dissesto finanziario, con difficoltà a reperire le risorse necessarie pe risollevarsi. Un quadro preoccupante in particolare per le amministrazioni meridionali dove emerge lo scarso funzionamento del sistema di riscossione delle tasse locali, con la conseguente crisi nei bilanci.

A questa difficile situazione si aggiungono le prospettive nefaste della autonomia differenziata che rischia di approfondire ulteriormente le difficoltà, aumentando il divario tra Nord e Sud e tagliando la possibilità di interventi centrali. Ma quali sono le caratteristiche di questo drammatico quadro? Ecco il dettaglio della situazione.

Comuni a rischio default finanziario, le motivazioni

Catania, una delle amministrazioni in maggiore difficoltà (codiciateco.it)

Il quadro generale emerge da uno studio portato avanti dalla Fondazione nazionale dei commercialisti e delinea una condizioni estremamente complessa della situazione. Le amministrazioni in difficoltà sono circa 470, delle quali la gran parte nel Sud della penisola. La crisi colpisce particolarmente i piccoli centri, circa il 47% delle 213 in dissesto finanziario conta meno di 5mila abitanti.

Il resto sono centri fino a 100mila abitanti. Spicca la crisi di Catania, unico capoluogo di provincia in grave difficoltà economica. Le cause della crisi dei Comuni vanno ricercate nella fallimentare gestione delle risorse degli ultimi anni, con le accennate difficoltà nella riscossione dei tributi, e la mancanza di interventi strutturali dall’amministrazione nazionale. Ma anche grandi città come Roma, Napoli e Torino hanno finanze claudicanti.

I casi più eclatanti riguardano Catania, in stato di default conclamato, ma altri 39 comuni sono in estrema difficoltà. Situazione di pre dissesto coinvolgono 257 Comuni, di cui la metà con meno di 5mila abitanti e concentrate al Sud. Criticità finanziarie sono presenti in altre città capoluogo di provincia, per distanti dal disastro catanese. Si possono citare Alessandria, Andria , Avellino Brindisi, Lecce, Imperia, Messina, Napoli, Palermo, Potenza, Pescara, Rieti.

Il maggior numero di dissesti finanziari nelle amministrazioni locali di registra in Sicilia (il 32% del totale), in Calabria (il 24%), in Campania (il 22%), nel Lazio (il 7%), in Puglia (il 4%), in Abruzzo (il 3%), in Lombardia (il 2%), in Basilicata, Piemonte e Molise (con l’1% ognuna). Percentuali più basse per Marche e Toscana. Quindi un quadro difficile al Sud, ma che coinvolge anche altre realtà territoriali.

Quella che manca sono le risorse per la sostenibilità di spesa che non crei disavanzi nei bilanci, l’incapacità di riscuotere i tributi locali ne è il tratto principale, con un nesso evidente tra dissesto finanziario e difficoltà nella macchina amministrativa tributaria. Meno risorse si recuperano, maggiore la possibilità di andare incontro a criticità finanziarie.

Le condizioni economiche del Paese si rispecchiano in questi dati con le amministrazioni che hanno bilanci più ricchi e solidi concentrate nel Nord della penisola, come dimostrano i dati sulla ricchezza del ministero dell’Economia e delle Finanze. Una condizione che potrebbe acutizzarsi con l’autonomia differenziata.

La soluzione potrebbe stare nella revisione della normativa attuale con un rafforzamento dei controlli sui Comuni con meno di 15mila abitanti e maggiori risorse centrali. Ma la tendenza va in senso diametralmente opposto.

Vincenzo Pugliano

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