Con la TARI non si scherza, poiché è concreto il rischio di cartelle esattoriali dall’Agenzia delle Entrate: ecco allora come verificare se tutti i pagamenti sono in regola
Pagare le tasse non piace a nessuno, è chiaro, ma tra tante ce n’è probabilmente una in particolare che si piazza in cima nella black list degli italiani: la TARI. E’ la prima, superando anche il famigerato bollo auto, sia per i costi alti, sia per la frequenza con cui bisogna pagarla, solitamente la si divide in rate per ammortizzare, e soprattutto per le conseguenze per chi soltanto prova a svignarsela. E’ retroattiva e anche dopo anni presenta il conto salatissimo.
Non si scherza quindi con la tassa dei rifiuti, tributo, come suggerisce il nome stesso, essenziale nei piani comunali per il sistema di finanziamento dei servizi legati alla gestione dei rifiuti urbani. Queste spese includono la raccolta, il trasporto, il trattamento e lo smaltimento dei rifiuti domestici prodotti dai residenti. E’ un modo quindi per finanziare i servizi che contribuiscono a mantenere pulite le nostre città e a gestire in modo responsabile i rifiuti prodotti dalla comunità, anche se purtroppo non sempre a tale somme corrisponde un servizio realmente efficiente.
Il pagamento, come noto, avviene attraverso bollettini postali che vengono recapitati presso la posta fisica o, per i più giovani e dinamici, attraverso le apposite piattaforme online dedicate per effettuare il pagamento in tempo reale. Ogni anno il comune emette avvisi con l’importo dovuto, basato su diverse variabili, tra cui la composizione del nucleo familiare, tipologia e grandezza dell’immobile, presentando poi una scadenza oltre la quale non bisogna derogare per non pagare anche sanzioni o interessi di mora.
Chi non paga alla lunga dovrà vedersela direttamente con l’Agenzia delle Entrate. Perché se il primo step dei mancati versamenti sono le sanzioni, il secondo – dopo una segnalazione – risulterebbe una riscossione coattiva con emissione di cartelle esattoriali e, alla lunga, anche al rischio di pignoramento di alcuni beni per recuperare l’importo dovuto. Ecco perché è sempre consigliato di allinearsi con tutti i pagamenti e accertarsi che tutti siano in regola senza dimenticare alcun passaggio, senza correre il rischio anche in buona fede.
Ma come verificare la propria posizione? Banalmente, come primo passaggio, ci si può recare all’ufficio comunale di competenza per richiedere un estratto della propria posizione. Questo resoconto fornisce una panoramica completa, dunque con tutti i versamenti già effettuati e quelli che risultano ancora in sospeso. E’ chiaro però che nell’era digitale una procedura on line realizza tutto in pochi secondi piuttosto che attendere lunghe ed estenuanti file, ecco allora che vi sono alcune scorciatoie digitali.
Cliccando “tassa rifiuti” e affiancando il nome della propria città su Google vi porterebbe in un’interfaccia del sito comunale dove, tramite Spid o altra autenticazione, dove poter controllare quanto richiesto. Altrimenti accedendo al sito web dell’Agenzia delle Entrate, entrando sempre dimostrando la vostra identità, è possibile verificare il cassetto fiscale personale dove, tra tutti i pagamenti tributari effettuati, ci sono anche quelli relativi alla TARI, specificati con importi e date di versamento. Tutto immediato: basta selezionare l’annualità desiderata e i dettagli desiderati e tutte le voci della TARI saranno immediatamente disponibili.
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