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Economia

Come funzionerà Opzione Donna nel 2024: chi potrà rientrare

Quali sono le caratteristiche di Opzione Donna, ecco quali categoria potranno fruire della prestazione pensionistica nel 2024.

Opzione donna, com’è cambiata nel 2024 – codiciateco.it

La possibilità di accedere alle prestazioni pensionistiche in Italia è caratterizzata dalla presenza di diverse strade che variano in virtù dei contributi accumulati nel corso della carriera lavorativa, dell’età anagrafica raggiunta, della mansione e della tipologia di lavoro svolto e così via. Un sistema che prevede il calcolo contributivo per chi ha contributi versati a partire dal 1996.

Per chi ne ha versati precedentemente c’è il calcolo misto, più conveniente per il lavoratore. Per garantire maggiore flessibilità del sistema esistono delle forme di anticipo di uscita dal lavoro, ma la scarsità delle risorse economiche disponibili per la previdenza, hanno spinto il governo ad effettuare una stretta sugli anticipi esistenti. Tra quelli che possono essere fruiti esiste Opzione Donna. Vediamo le sue caratteristiche alla luce delle riforme introdotte con l’ultima Legge di Bilancio.

Opzione Donna, requisiti e caratteristiche della misura

Requisiti Opzione donna 2024 – codiciateco.it

Opzione Donna è una misura di flessibilità in uscita dal lavoro rivolta alle lavoratrici dipendenti e autonome che permette di accedere alla pensione anticipata con il sistema di calcolo contributivo. Requisiti per accedere ad Opzione Donna nel 2024 variano secondo l’età: 61 anni per le lavoratrici senza figli, 60 anni con un figlio, 59 anni con due o più figli.

Devono essere versati 35 anni di contributi entro il 31 dicembre 2023. Mentre le categorie ammesse a questa forma di anticipo sono le lavoratrici dipendenti del settore privato, quelle autonome iscritte alla Gestione Separata INPS, le lavoratrici dipendenti del settore pubblico. Ma ad accedere a questo anticipo possono essere sono alcune specifiche categorie di lavoratrici.

Nel dettaglio le lavoratrici con invalidità pari o superiore al 74%; le care-givers; le dipendenti o licenziate da imprese con tavolo di confronto per la gestione della crisi aziendale. Per il primo caso le lavoratrici devono avere una riduzione delle capacità lavorative, riconosciuta dalle apposite commissioni per la certificazione dell’invalidità civile, pari o superiore al 74%.

Nel secondo care-givers sono coloro le quali fanno assistenza, alla richiesta di anticipo, da almeno 6 mesi al coniuge o a un parente di primo grado convivente con disabilità grave. Oppure assistano un parente o affine di secondo grado, purché convivente e i genitori dell’assistito abbiano più di 70 anni, siano morti o siano anch’essi disabili.

Infine la terza possibilità di anticipo riguarda le lavoratrici licenziate o dipendenti di aziende in crisi con aperto la discussione tra le parti per la soluzione della crisi. Rispetto al passato Opzione Donna ha perso parte dei vantaggi offerti dall’anticipo. Infatti l’età anagrafica è aumentata, senza privilegi per chi non ha figli, con sconti sull’età di accesso che valgono solo per i primi due figli.

In conclusione, Opzione Donna offre una maggiore flessibilità in uscita dal lavoro, ma comporta una riduzione dell’importo della pensione. Inoltre la pensione decorre solo dopo una finestra mobile di 12 mesi per le dipendenti e di 18 per le autonome.

Vincenzo Pugliano

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