Funzionamento dell’Imu fra conviventi: vediamo cosa dice la legge al riguardo e come è possibile gestire le proprie case.
L’Imu è una tassa che è identificata sui proprietari di immobili. Si applica sia alla prima che alla seconda casa ma esistono una serie di agevolazioni ed esenzioni che cci permettono di gestire questo tipo di spesa. Su questo punto oggi andremo a capire quando si ha l’esenzione sulla tassa fra marito e moglie o conviventi, con l’ausilio di quanto affermato dalla Corte di Cassazione, in particolar modo se i due possiedono due abitazioni.
Conviventi o marito e moglie: ecco cosa dice la legge sull’Imu
L’Imu è sempre stata una tassa molto discussa all’interno del nostro paese. Culturalmente molto legati al “mattone”, nella normalità delle nostre famiglie il concetto di proprietà della casa è molto importante. Questo ha reso, naturalmente, il dibattito su questa tassa molto acceso, prendendo parte ad anni di campagne elettorali di molti partiti. Oggi ci troviamo all’interno di una situazione complicata che ha bisogno di un chiarimento su vari aspetti, compresa la situazione nella quale i coniugi hanno due case di proprietà.
Partiamo dicendo che la prima casa gode di agevolazioni sull’Imu, a patto che si identifichi nell’abitazione e che non sia locato. Nel caso di due proprietà, però, dei due coniugi, è possibile accedere a queste agevolazioni per entrambi gli immobili. Infatti la Corte di Cassazione, con la sentenza 14628 del 2017, ha stabilito che se i coniugi possiedono due abitazioni e una di queste è considerata come prima casa da uno dei due, l’altro immobile può essere considerato prima casa per l’altro coniuge. Questo significa che se entrambe le case sono utilizzate come abitazioni principali da entrambi, possono essere esentate dall’Imu. Tutto questo è possibile sempre se l’immobile non è affittato o destinato ad altro uso, ovviamente.
Imu: agevolazione prima su più case per i coniugi
Quindi, per poter accedere a queste agevolazioni, i coniugi devono avere la residenza anagrafica nelle rispettive abitazioni e, quindi, devono essere utilizzati da entrambi i coniugi come abitazioni principali. Quindi deve essere presentata una dichiarazione Imu ai comuni dove si trovano gli immobili specificando che entrambe le abitazioni sono prime case. Viene richieste di fornire prove della proprietà, come il documento di proprietà e l’uso dell’abitazione, come il certificato di residenza.
Lo scenario migliore e possibile è quello nel quale marito e moglie possiedono le due abitazioni, anche se in comuni diversi, e ciascuno vive nella propria casa. Questo, appunto, è possibile testimoniarlo, appunto, con i certificati di residenza. Non sarà possibile accedere alle esenzioni se una delle case è identificata come ufficio o se una delle due case è in affitto.