Come contestare la multa da autovelox non omologato: cosa devi fare

Hai ricevuto una multa da autovelox non omologato o hai il dubbio? Ecco come controllare e nel caso come contestare la sanzione al Comune 

multa autovelox
Come fare contenzione multa per autovelox non omologato: i passaggi – CodiciAteco.it

Ricevere una multa da un autovelox è l’incubo di tutti gli automobilisti. In passato, mediamente, è capitato un po’ a tutti di incassarne almeno una nella vita: colpa dell’inesperienza o di una banale distrazione, tale pena pecuniaria ha portato non solo a mettere subito mano al portafogli per evitare scenari successivi ancor più scomodi ma anche a conseguenze sulla patente. Insomma, un errore pagato a prezzo carissimo in tutti i sensi. Quello meramente economico da una parte ma anche sul ‘saldo patente’ dall’altro.

Ecco perché una volta ricevuta una multa dall’autovelox difficilmente se ne riceveranno altre, dato il precedente che fa scattare subito l’allerta e la massima prudenza dal guidatore in questione. Oggi inoltre è decisamente più semplice non incorrere in queste ‘trappole’ automobilistiche piazzate su autostrade e non solo: i moderni navigatori di smartphone e auto stesse ce li segnalano e avvisano di tutti i limiti di velocità, quindi l’effetto sorpresa di un tempo è decisamente meno comune nell’era digitale dove l’ausilio tecnologico è onnipresente in qualsiasi contesto.

Autovelox non omologato, cosa significa

La giurisprudenza, per quanto ci affacciamo sempre più verso il futuro, resta fondamentale e porta a nuovi sorprendenti scenari su tutti i fronti. Come appunto quello stradale. L’ultimissimo aggiornamento riguarda proprio gli autovelox con una sentenza della Cassazione che sta agitando l’intera nazione in quanto farà da apripista a una valanga di contestazioni: se l’autovelox è approvato ma non omologato – riferisce il verdetto – il provvedimento è nullo e quindi la multa non va pagata.

Cosa significa non omologato? Che manca la “certificazione metrologica legale“, ovvero un accertamento di natura tecnica da parte del Mise per confermare la conformità di tali strumenti. E’ fondamentale tale passaggio per assicurare sui requisiti tecnici affinché garantiscano dati certi. Servono da legge tre provvedimenti ministeriali affinché un tale dispositivo sia valido ma allo stato attuale, in quasi tutta la nazione, ce n’è appena uno e ne mancano due.

E’ dalla multa che poi giungerà presso il domicilio che si può capire se un autovelox sia omologato o meno: nel caso lo fosse, deve essere indicato sul documento il Decreto ministeriale con cui è stato approvato l’autovelox in questione. Occhio nel caso non vi fosse ma ci sarebbe comunque la scritta “omologato”: non è comunque valido – come riferiscono gli avvocati – in caso di mancato decreto ministeriale pubblicamente noto.

Come contestare multa da autovelox non omologato

A quel punto come va fatto ricorso? Lo ha spiegato Emanuele Dalla Palma, avvocato e presidente dell’associazione nazionale Migliore Tutela, intervistato dal Corriere della Sera: “Basterebbe mandare una Pec o una raccomandata a/r al Comune erogante scrivendo: “In base all’ordinanza 10505/2024 del 18 aprile 2024  l’apparecchiatura è illegittima perché manca l’omologazione Mise, invitandoli quindi ad annullare la sanzione ricevuta con un provvedimento in autotutela (così facendo il Comune dovrebbe emettere un provvedimento che annulla la sanzione)”.

Tuttavia: “Contemporaneamente, però, – suggerisce il legale – si consiglia di fare un ricorso alla Prefettura di competenza entro 60 giorni dall’avvenuta notifica chiedendo l’annullamento del verbale, con raccomandata a/r o Pec dove bisogna allegare documenti, copia della sanzione, la ricevuta della notifica e la lettera con le motivazioni, uguale a quella scritta e mandata al Comune, come vi ho detto”. 

Infine: “Se queste richieste venissero disattese l’utente può rivolgersi entro 30 giorni al giudice di pace con deposito. Obbligatoriamente (dopo la Riforma Cantabria, ndr) telematico. In questo modo si apre un contenzioso perché viene chiamato in causa il Comune o chi ha installato l’apparecchio”. 

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