Pensione, 67 anni potrebbero non essere sufficienti per ottenere i trattamento di vecchiaia. Che cosa succede in tali casi.
Il sistema pensionistico attuale è basato sul metodo contributivo per il calcolo dell’assegno che spetta al lavoratore al termine della sua vita professionale. Con questo metodo sono fondamentali i contributi versati durante tutto l’arco delle propria attività lavorativa. Formano infatti il montante contributivo che, insieme al coefficienti di trasformazione, traducono in pensione annua quanto accumulato dal lavoratore nella vita lavorativa.
Attualmente la norma in vigore prevede l’accesso alla pensione di vecchiaia al compimento di 67 anni di età (escludiamo tutte le prestazioni che anticipano questo appuntamento) e con un cumulo di contributi pari a 20 anni. Inoltre per chi ha versato contributi solo a partire dal 1996 occorre che la pensione sia superiore ad una volta l’importo dell’assegno sociale. Con l’incremento della speranza di vita, il limite dei 67 anni è destinato poi a crescere nei prossimi anni. Ma cosa succede se al compimento dei 67 anni non si hanno 20 anni di contributi?
Per i cosiddetti contributivi puri, sono necessari almeno 20 anni di contributi versati a partire dal 1996 e un assegno pensionistico pari a una volta a quello sociale. In caso contrario non si ha diritto alla pensione di vecchiaia. A questo punto le soluzioni non sono molte e non sempre applicabili.
Una delle prime possibilità è l’assegno sociale pari a 534,41 euro per tredici mensilità (assegno sociale annuo pari a 6.947,33 euro). Ma questa cifra viene erogata solo in caso di reddito pari a zero. Negli altri casi si calcola considerando l‘importo annuo dell’assegno sociale meno il reddito annuo di cui si dispone, diviso tredici. Dunque l’assegno sociale è una prestazione destinata a soggetti che versano in condizioni di disagio economico.
Inoltre va considerato l’eventuale reddito del coniuge. Se il reddito coniugale non supera il valore annuo dell’assegno sociale, allora spetta per intero. Qualora il reddito coniugale resta entro il limite di due volte dell’importo annuo, allora spetta l’assegno in misura parziale. Se il reddito coniugale supera questo limite, l’assegno non è erogato. Altra possibilità per chi non ha contributi sufficienti è il fondo per le casalinghe.
Si tratta di un fondo dedicato a chi svolge attività di cura della casa e della famiglia. Per iscriversi occorre versare almeno 25 euro ogni anno per almeno 5 anni. Ma per avere un buon assegno al compimento dei 67 anni, bisogna aver versato molti contributi, perché il calcolo si effettua con il metodo contributivo. A esempio per avere una pensione di 500 euro al mese, servono almeno 350 euro di contributi versati per 30 anni.
Altra soluzione per raggiungere i 20 anni contributivi minimi per la pensione di vecchiaia è la continuazione dei versamenti volontari o la prosecuzione della vita professionale. Ma anche qui ci sono limitazioni. Nel settore pubblico, la prosecuzione del lavoro è possibile solo se al compimento dei 71 anni si raggiungono i 20 anni minimi. Nel privato non ci sono limiti, si può continuare a lavorare e a 71 anni si può andare in pensione con soltanto 5 anni di contributi.
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