Non tutti lo sanno, ma anche alcuni lavoratori titolari di Partita Iva possono richiedere la Naspi, il sussidio di disoccupazione: quando sono compatibili?
I titolari di Partita Iva, quasi sempre, sono svantaggiati, e non possono accedere ai normali sussidi statali. Quando si perde il lavoro da dipendente è sempre un trauma, figuriamoci da free lance con la Partita Iva. In questo caso, non si ricevono sussidi da parte dello Stato, e ci si ritrova da soli a combattere per il proprio sostentamento economico.
La Naspi è il sussidio di disoccupazione che aiuta il cittadino che ha perduto il lavoro. Si tratta di uno scivolo temporaneo, di durata massima due anni, per sostenere economicamente il disoccupato. Ogni mese si riceve questa indennità di disoccupazione. Quando si viene licenziati (ovviamente occorre avere un contratto in regola) si deve avviare la procedura per richiedere la Naspi.
La Naspi può essere compatibile con la Partita Iva:quali sono i requisiti da rispettare
Quando si è titolari di Partita Iva e si hanno i giusti requisiti si può fare richiesta della Naspi, basta consultare il proprio commercialista. Si tratta di un’informazione che non tutti conoscono. Anche in questo caso, è possibile fare richiesta del sussidio tramite il portale dell’INPS, inserendo le proprie credenziali o il proprio SPID.
La richiesta si deve effettuare entro un massimo di 68 giorni dall’interruzione del lavoro. L’importo della Naspi si calcola in base al 75% della retribuzione mensile, se la retribuzione mensile percepita è inferiore ai 1352,19 euro. Se la retribuzione è superiore alla cifra, oltre al 75% di deve aggiungere il 25% di differenza di retribuzione che si percepiva con il lavoro dipendente.
Per ricevere la Naspi occorre avere un contratto in regola, si deve essere licenziati, quindi non vale in caso di disoccupazione volontaria, inoltre è necessario aver accumulato almeno 13 settimane di contributi, e si deve essere lavoratori dipendenti. E per i titolari di Partita Iva?
Naspi e lavoratori autonomi: si può richiedere il sussidio
Anche il lavoratore autonomo, quindi titolare di Partita Iva, in certi casi può richiedere la Naspi, anche in caso di regime forfettario. Per calcolare la cifra da percepire con il sussidio, si deve calcolare il guadagno dell’anno precedente.
Un reddito percepito fino a 4800 euro comporta solo il 20% dell’indennità, mentre per un reddito superiore ai 4800 euro, non spetta alcun importo. La Naspi decade dopo due anni al massimo, oppure quando si sottoscrivere un nuovo contratto da dipendente, o se si è lavoratori autonomie si torna a superare il limite di reddito. La Naspi si può mantenere anche nel caso in cui ci si trasferisca all’estero.