Si parla sempre di pensione di inabilità, ma qual è la correlazione tra questi ed il mondo del lavoro? Possono accedervi o no? Cosa dice la Legge sul punto.
La persona inabile è colui che non dispone dei requisiti necessari per svolgere un determinato compito, quindi non può prestare attività lavorativa. Affinché si rientri in questa categoria, l’inabilità dev’essere assoluta e permanente. Data la difficoltà nella quali si trovano queste persone, lo Stato riconosce loro la pensione di inabilità. Ma sorge parallelamente una domanda: se il soggetto è inabile e prende la pensione, può svolgere attività lavorativa?
Potrebbe sembrare una domanda retorica dato che, in base ai requisiti già sopra enunciati, non è possibile se è stato riconosciuto tale. Se percepisce la pensione, vuol dire che non può svolgere alcun tipo di attività lavorativa. Il tutto è fatto allo scopo di aiutare le persone più deboli che in questo caso non potendosi mantenere da sole, possono comunque condurre una vita dignitosa grazie a questo aiuto fornito a cadenza mensile.
Discorso diverso è l’assegno di invalidità, indirizzato alle persone gravati da un’infermità mentale o fisica tale da diminuire la capacità di lavoro ai due terzi. Questa è la differenza fra le due categorie ovvero la possibilità di lavorare o meno. L’assegno di invalidità è riconosciuto dalla legge alle persone che soffrono di un’infermità fisica o mentale che provoca una diminuzione della capacità lavorativa nella misura pari – come detto – ai due terzi, cioè al 74%.
Questo significa che il soggetto può comunque continuare a svolgere la propria attività lavorativa seppur non in condizioni paritarie rispetto ad altri colleghi. L’inabilità al lavoro invece è la condizione riscontrata dal medico nel momento in cui si trova davanti un paziente affetto da totale impossibilità a svolgere qualsiasi attività lavorativa. In questi casi al soggetto viene riconosciuta la pensione di inabilità la cui somma versata sarà superiore rispetto all’invalidità riconosciuta per contemperare l’incapacità lavorativa totale e non parziale.
La pensione di inabilità spetta a tutte le categorie di lavoratori iscritti alle gestioni pensionistiche INPS. In particolare ai lavoratori dipendenti, lavoratori autonomi ed i lavoratori iscritti alla gestione separata quindi i liberi professionisti.
Accanto all’incapacità assoluta e permanente a svolgere attività lavorativa, devono sussistere altri requisiti affinché venga riconosciuta questa pensione. I soggetti devono disporre almeno di cinque anni di contributi, di cui tre negli ultimi cinque anni. Se le condizioni di inabilità al lavoro dopo un periodo non dovessero essere più valide, il soggetto può tornare a lavorare comunicandolo all’INPS. Questo spiega perché sia gli invalidi che gli inabili devono sottoporsi a delle visite mediche periodiche di revisione per accertare le condizioni di salute e valutare che queste siano stabili o che comunque ci siano dei miglioramenti tali da determinare il recupero delle capacità.
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