L’adeguamento dei tassi riporta al centro del dibattito qual è la soluzione migliore per il credito tra mutui, prestiti e cessione del quinto
In questi giorni tutte le principali banche e finanziarie hanno adeguato il tasso di interesse per la concessione di prestiti, mutui e cessioni del quinto all’inflazione. Un adeguamento che, ovviamente, va a pesare direttamente sulle tasche dei richiedenti. Per fare un esempio pratico un prestito di 20.000 euro a 120 mesi costa circa 600 euro in più rispetto allo stesso prestito chiesto entro gennaio 2024.
Sono normali adeguamenti, spesso in forma di percentuali infinitesimali, ma che su grandi importi possono pesare fino al valore di due o tre rate. Aumenti, adeguamenti, che in realtà soprattutto nella fase iniziale dell’anno riaprono il confronto tra quale sia lo strumento migliore per accedere al credito tra il prestito semplice, il mutuo e la cessione del quinto dello stipendio.
Lo strumento migliore, come sempre, è quello più efficace rispetto alle proprie esigenze. Ma avendo la possibilità di avere dei comparatori online e dei consulenti finanziari in grado di studiare i dettagli della nostra situazione è opportuno non scartare nessuna ipotesi.
Cessione del Quinto per chi è utile e come funziona
Una in particolare, è meno conosciuta di altre e spesso, soprattutto per i lavoratori dipendenti è la più efficace. Parliamo della cessione del quinto dello stipendio un finanziamento che ha una serie di vantaggi. Il primo è che per essere erogata non ha bisogno di garanzie se non quella dello stipendio. Il secondo è che la cifra della rata veine trattenuta direttamente in busta paga. Il terzo è che può essere concessa anche in presenza di disguidi finanziari e pignoramenti.
Il suo funzionamento è semplice, può coprire come rata fino ad un quinto del valore dello stipendio disponibile. Per intenderci su uno stipendio di 1500 euro il massimo della rata è di 300 euro. Nel caso in cui ci sia un pignoramento di 150 euro il montante per calcolare il quinto scenderebbe a 1350 euro. L’unico limite in termini finanziario è che essendo di fatto un prestito non può superare i 120 mesi di rate. Con il mutuo ovviamente, la situazione varia ma in quel caso come accennato occorre avere una garanzia importante che travalichi lo stipendio, in genere l’immobile per il quale si accende il finanziamento.
Per completare il ragionamento sulla cessione del quinto è bene ricordare che esiste anche il meccanismo del cosiddetto secondo quinto, ovvero la delega. In quel caso il finanziamento va in somma alla prima cessione del quinto. Il limite, al netto di eventuali pignoramenti, è quello di avere in busta paga almeno il 60% dello stipendio netto