Uno dei servizi finanziari più utilizzati, specialmente all’interno della pubblica amministrazione è la cessione del quinto
In Italia esiste uno strumento finanziario e di accesso al credito molto utilizzato ma poco pubblicizzato. Parliamo di uno strumento che è in grado, proprio per la sua specifica natura, di portare fondi sul proprio conto corrente senza dover ricorrere a garanzie indirette. E, soprattutto, vi si può accedere anche se si è in presenza di disguidi finanziari come pignoramenti, rate non pagata e l’indicazione nella “fedina penale” creditizia di cattivo pagatore.
Lo strumento in questione è la cessione del quinto. Uno strumento di credito al consumo che consiste, in sostanza, nel cedere una quota del proprio stipendio, un quinto per l’appunto. Quinto che è però in ordine al netto dello stipendio, quindi senza considerare tasse, trattenute e le varie voci che concorrono alla cifra. Le cessione del quinto dello stipendio esiste in Italia del secondo dopoguerra.
E precisamente dal 28 luglio 1950 quando con il Decreto del Presidente della Repubblica Luigi Einaudi, il numero 895 viene emanato il regolamento attuativo del nuovo istituto di credito. Istituto di credito che viene istituito ufficialmente il 5 gennaio 1950, sempre con Decreto del presidente della Repubblica, il numero 180
Da allora sono passati 74 anni ma il funzionamento dell’istituto della cessione del quinto, sostanzialmente, è rimasto identico. La cessione del quinto, in pratica, viene gestita da una banca o da una finanziaria che eroga fisicamente il denaro al dipendente. Dipendente che, a sua volta, viena autorizzato, e al tempo stesso autorizza, la propria azienda a trattenere dalla busta paga la rata concordata.
Fino a massimo 1/5 del proprio stipendio netto. La finanziaria a sua volta ricevere la rata mensile fino all’estinzione del debito contratto. Il finanziamento può variare da 5 a 10 anni e la rata netta, se esistono altre trattenute, deve lasciare in busta paga al dipendente almeno la metà del proprio reddito.
Ma che succede se il datore di lavoro del dipendente che chiede la cessione del quinto non è un’azienda ma la Pubblica Amministrazione? Il meccanismo è esattamente lo stesso. Con una grande e comoda differenza per il dipendente. Il fatto che nel cedolino dello stipendio presente sulla piattaforma per la gestione del personale della Pubblica Amministrazione, NoiPA, è già calcolata la quota cedibile.
Ovvero a quanto può ammontare la rata della trattanuta sullo stipendio permettendo cosi di sapere da subito che cifra si può richiedere e al tempo stesso accorciare i tempi di lavorazione della pratica
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