Caselli autostradali, cosa succede se ti ritrovi lì e live scopri che non hai modo di pagare? C’è una soluzione che ancora non tutti conoscono
Il casello autostradale è, per quanto possa sembrare assurdo, uno dei luoghi più iconici della nostra memoria. E’ in un certo senso sinonimo di estate per molti, perché – almeno in passato e prima dell’era digitale e di un mondo connesso e collegato anche fisicamente a livelli massimi come lo è adesso – era soprattuto durante le vacanze che queste strutture si vedevano. Era il momento di stop dopo le lunghe cavalcate autogrill a parte. Ed era spesso occasione di imprecazioni date le tante file specialmente quando, sempre all’epoca, si andava di sole monete o al massimo i primi modelli di Telepass ma non carte creando spesso file enormi.
Al di là di cosa può rappresentare per ognuno di noi, questo è di sicuro un elemento chiave nella gestione delle autostrade. Punto di accesso e di controllo del traffico, è soprattutto fonte di incassi e monetizzazione attraverso le varie traversate e un piano di percorso dove si paga in base alla lunghezza del viaggio. E basti pensare quante auto viaggiano ogni giorno, quanti milioni di italiani versano negli sportelli ormai solo automatici quasi, per immaginare le cifre che tali percorsi possono maturare. Così sin dalla loro introduzione i caselli hanno avuto un ruolo cruciale nel garantire la manutenzione delle strade e nel finanziare nuove infrastrutture attraverso il sistema del pedaggio.
Introdotti agli inizi del XX secolo, questi si sono poi man mano adeguati al passo coi tempi: prima con l’addio degli operatori che raccoglievano monete sostituiti dai nuovi macchinari e poi con l’introduzione – proprio come dicevamo – dei pagamenti digitali per il passaggio. Da una parte l’implementazione delle corsie per i clienti Telepass, dall’altra anche quelle nuove per chi volesse pagare con carta. Negli ultimi anni la novità relativa al contactless ha permesso ulteriori comodità permettendo di pagare anche direttamente col cellulare o Watch senza nemmeno più estrarre la carta.
Ma alla luce di tutto questo, cosa succede se per un motivo o per un altro dovessimo accorgerci solo una volta giunti sul posto che non abbiamo soldi per pagare? Che possa essere per la corsia sbagliata presa per errore o problemi tecnici della macchina, cosa fare all’occorrenza? Il primo gesto di reazione, quando è tecnicamente possibile, è fare retromarcia e infilarsi in un’altra corsia. Spesso anche se vi sono auto c’è chi induce ad andare tutti indietro. Ma oltre che pericoloso e perseguibile per legge, è inutile semplicemente per un motivo: si può risolvere stesso sul posto.
Se da una parte c’è il tasto per la chiamata all’operatore a cui chiedere aiuto, ce n’è anche un altro per avere lo scontrino di pagamento con cui saldare successivamente presso una tabaccheria. Dunque nessuna ansia nel caso dovesse accadervi: pur sprovvisti di carta si può richiedere di pagare in secondo momento senza bloccare la fila o avere difficoltà di alcun tipo. Solo qualche secondo di pazienza affinché la macchina stampi lo scontrino. Nel caso in cui non vi fosse il tasto per stampare, in quanto magari una macchina non moderna, attraverso la chiamata all’operatore sarebbe possibile avere comunque questa modalità di pagamento alternativa.
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