Ormai abbiamo visto che esistono diverse agevolazioni messe a disposizione per la gestione, l’acquisto o il rifacimento di un’abitazione. Occhio, però, a non commettere questi errori: rischi di perdere ogni possibilità.
Occhi ben aperti quando si tratta di bonus casa: troppe persone compiono questi 5 banali errori che portano a perdere le varie agevolazioni economiche che si è riusciti ad ottenere. Ormai siamo a conoscenza delle varie possibilità che lo Stato ha offerto per venire incontro a chi soffre condizioni economiche svantaggiose ed ha difficoltà a mantenere, comprare o ristrutturare il proprio immobile. Esistono tuttavia dei limiti entro i quali restare per non rischiare di vedersi rifiutato l’aiuto o addirittura, tolto.
Per molte famiglie la casa rappresenta un susseguirsi di costi esorbitanti difficili da sostenere. Pensiamo, ad esempio, al costo di una ristrutturazione: per quanto si tratti di un processo emozionante, può comportare stress e complessità considerando le spese aggiuntive del notaio, del mutuo e di varie operazioni legali. Non manca il bonus ristrutturazione messo a tal proposito a disposizione dallo Stato. Tuttavia, come per le altre agevolazioni, resta vincolato a dei limiti che in pochi conoscono: le persone persistono nel commettere uno di questi 5 errori e finiscono col perdere tutto.
Il bonus casa rientra tra quelli che richiedono il pagamento delle spese agevolate tramite il bonifico parlante riportando come causale specifica “ristrutturazione”. Sempre nel bonifico, è importante specificare la causale del pagamento, il codice fiscale di chi beneficia del bonus, il numero di partita IVA o il codice fiscale del destinatario del bonifico. Invece, non è necessario inserire il numero della fattura. Eventuali errori del bonifico comportano il rischio di perdere l’agevolazione: rientrano tra questi l’utilizzo di un bonifico ordinario anziché parlante, la sua compilazione nel modo scorretto.
Altri errori che possono avere conseguenze importanti sono la mancata presentazione delle fatture correlate ai lavori di ristrutturazione; la non conformità alle normative urbanistiche ed edilizie del Comune nel quale è situato l’immobile oggetto di ristrutturazione; la mancanza del DURC di congruità per i lavori iniziati dopo il 28 maggio 2022, i quali contano un importo superiore a 70 mila euro; la mancata indicazione del contratto del CCNL sulle fatture (rimediabile con una dichiarazione sostitutiva rilasciata dall’impresa, volta a confermare l’applicazione del contratto).
Inoltre, ricordiamo che dal 1° gennaio 2024, per le ristrutturazioni dagli importi superiori ai 516 mila euro, è richiesta anche l’attestazione SOA rilasciata dalle imprese e, infine, è obbligatorio conservare una copia della comunicazione all’ASL da inviare prima dell’inizio dei lavori. A quest’ultimo errore, in particolar modo, non c’è alcun rimedio.
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