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Casa in comproprietà, a chi va l’eredità: solo coniuge superstite o altri parenti?

Casa in comproprietà, cosa succede nel caso in cui morisse uno dei due proprietari? A chi andrebbe l’immobile, tutto al superstite o si dividerebbe con altri parenti? 

donazione modellino casa e chiavi
Eredità di casa, gli adempimenti da seguire (codiciateco.it)

Comprare casa è un sogno assoluto. Proibito per molti purtroppo, realizzabile per altri: in ogni caso, per riuscirci, c’è spesso bisogno di entrambe le parti. Sia dell’uno che l’altro coniuge. E’ un po’ l’iter che caratterizza tutti coloro che si sposano o decidono di vivere insieme e non c’è una casa a disposizione, oppure esiste anche una soluzione ma si punta a prescindere all’acquisto di un altro appartamento: si uniscono le forze e alla fine l’obiettivo si centra seppur a fatica, saltando ostacoli burocratici di vario tipo e trascinandosi per decenni e decenni.

Non solo infatti servono requisiti ad hoc per poter essere accettati preliminarmente dalla banca di riferimento, come una busta paga all’altezza con contratto indeterminato e senza precedenti da cattivo pagatore, ma in più serve anche una somma ingente da versare come anticipo all’istituto di credito e dopo tutto questo bisognerà caricarsi di un fardello che caratterizzerà poi praticamente per tutta la vita o quasi: il mutuo. E occhio alla scelta: a tasso fisso o variabile? Con quest’ultimo, specialmente in questo periodo di enorme crisi economica, c’è chi ha avuto spiacevolissime sorprese con rate aumentate sensibilmente rispetto ai programmi iniziali.

Casa in comproprietà: come funziona in caso di eredità

rinuncia all'eredità a chi va
Chi sono i successori dell’eredità in caso di immobile in comproprietà – CodiciAteco.it

Ecco perché sempre più persone, specialmente nell’ultimo periodo dopo i casi legati alla pandemia e alle guerre, hanno deciso di optare per il tasso fisso: le nuove famiglie preferiscono sapere sin da subito quanto pagare, quando farlo, senza ricevere aggiornamenti spiacevoli a percorso in corso e senza azzardare. E’ tornata in voga la voglia di certezza, piuttosto che correre un rischio che al momento – probabilmente – non vale assolutamente la pena. Anche al costo di pagare di base una rata più alta, ma purché resti tale fino alla fine.

Ma cosa succede quando una casa è acquistata in comproprietà e, anni più tardi, c’è la dipartita di uno dei due proprietari? Come previsto dalla legge italiana, nel caso per esempio della morte di un padre la sua quota – ovvero il 50% – scala direttamente agli eredi: parliamo del 50% in caso di figlio unico che diventerebbe comproprietario con la madre, oppure il 25% nel caso in cui i successori fossero due mentre alla moglie, ovviamente, resta la quota fissa del 50%. E tale procedimento, con ciascuna percentuale, vale unilateralmente per tutti i numeri di figli che vi sono nel caso specifico.

In caso di mancanza di figli, l’immobile si dividerebbe tra la moglie e gli altri eredi del defunto secondo le quote previste dalla legge. Anche se in questi casi, lì dove possibile, spesso si tende a liquidare la controparte così che il co-titolare originari possa diventare l’unico proprietario. Soprattutto se vi è intesa sulla divisione eventuale della casa oppure oggettivamente non è semplice procedere. In caso di difficoltà a trovare un’intesa di massima, l’intervento di un giudice farebbe chiarezza definitiva con tutte le assegnazioni. Tutto questo a meno che non vi siano testamenti o clausole contrattuali che andrebbero a rendere lo scenario ancor più specifico ma probabilmente anche più rapido.

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