Gli affittuari che ricevono la notizia di una disdetta anticipata del contratto che hanno firmato sono tutelati dalla legge italiana.
Il mondo degli affitti in Italia è diventato una vera e propria giungla in cui sempre più persone fanno fatica a destreggiarsi. Nelle grandi città, da Roma a Milano, è diventato praticamente impossibile trovare appartamenti in affitto a prezzi accessibili a una normale famiglia. La frenesia di questo mercato rende sempre più difficili anche i rapporti tra locatori e conduttori, i quali si ritrovano costretti spesso e volentieri a sottostare a condizioni poco favorevoli (e anche poco legittime).
Una delle situazioni più spiacevoli è senza dubbio quella in cui il proprietario della casa comunica la volontà di annullare il contratto prima della sua naturale scadenza. È un problema sempre più diffuso, che mette in forte difficoltà le persone che stanno cercando di costruirsi una vita e le costringe a rivoluzionare i propri piani per il futuro. Per fortuna, però, la legislazione italiana prevede anche delle forme di tutela per questi sfortunati affittuari.
Contratto disdetto per giusta causa: una situazione complessa
In Italia, ci sono leggi specifiche che regolano i contratti di affitto tra il proprietario di una casa (locatore) e l’inquilino (conduttore). Queste leggi stabiliscono quando e come un proprietario può decidere di non rinnovare un contratto di affitto alla sua scadenza. Il proprietario può decidere di non rinnovare il contratto solo dopo il periodo iniziale (ad esempio, dopo i primi 4 anni nel contratto 4+4). Ci sono motivi specifici che permettono al locatore di fare la disdetta, come usare l’immobile per se stesso, per la sua famiglia, per attività commerciali o professionali, o se l’immobile deve essere ristrutturato
La Corte ha affermato che per evitare il rinnovo di un contratto di locazione, basta che il proprietario mostri chiaramente la sua intenzione di utilizzare l’immobile per scopi specifici (abitazione, commercio, ecc.) per sé o per un familiare. Il giudice non è tenuto cercare un equilibrio tra gli interessi del proprietario e dell’inquilino. Se il proprietario è serio nelle sue intenzioni, questo è sufficiente per determinare la fine del contratto.
Tuttavia, la legge italiana stabilisce anche che se il proprietario non usa l’immobile come dichiarato entro 6 mesi, l’inquilino possa far valere i suoi diritti. In particolare, se trascorso questo termine il giudice determina che il locatore abbia fatto un uso illegittimo della facoltà di disdetta, l’inquilino può chiedere di tornare nella casa alle stesse condizioni del contratto precedente. In alternativa, può anche esigere un risarcimento da determinare in misura non inferiore a 36 mensilità dell’ultimo canone di locazione percepito.