Eredità, cosa accade se i genitori nel testamento lasciassero la casa a un solo figlio e non agli altri? Ecco cosa prevede la legge in questi casi
L’eredità è storicamente motivo di controversie. Dovrebbe essere un momento di dolore e ricongiungimento familiare in memoria della persona deceduta, invece diventa spesso teatro di battaglia a colpi giuridici – e spesso anche fisici purtroppo – con fratelli che hanno condiviso una vita insieme e che finiscono per farsi la guerra per un immobile o qualsiasi altra proprietà da condividere. Purtroppo la storia è piena di storie del genere, con nuclei anche apparentemente uniti prima del trapasso che si sono poi sfaldati una volta giunto il momento della verità. In molti casi non si attende nemmeno la morte del genitore rimasto: già appena questo si ammala iniziano le controversie.
E spesso nemmeno un testamento basta. Le parti non si attengono alla volontà dell’ex proprietario, alle sue scelte in base alle valutazioni di una vita intera, ma impugnano il documento per mettere in discussione la suddivisione e andare a riorganizzare il tutto davanti a un giudice. Scenario che si crea soprattutto in presenza di più fratelli o parti coinvolte: ovviamente bastano anche appena due figure a creare tale circostanza, ma è chiaro che più ampio sarà il gruppo e maggiori le teste da soddisfare il più possibile per un incastro che non sempre è semplicissimo.
Casa intestata a un solo figlio, quando si può e cosa dice la legge
Motivo di tale circostanza, spesso, è quando un genitore lascia un’eredità maggiore a un fratello penalizzandone altri. Spesso ci sono reali motivazioni alla base. Un esempio? Magari solo quel figlio si è sempre preso cura del padre o della madre in età anziana occupandosi di tutte le sue necessità, senza che gli altri – distanti o non – si siano interessanti e impegnati per la loro salute. Detto questo, senza entrare nel merito dei singoli casi che sono anche molteplici, cosa succede in queste circostanze quando più fratelli vengono penalizzati?
L’unico modo formale per dare un immobile a un figlio piuttosto che a un altro, senza che ci siano poi successive rivalse, è che gli altri ricevano comunque la loro quota legittima. Significa che l’immobile potrebbero pur non riceverlo, ma a loro spetterebbe comunque una quota quanto meno economica che gli spetterebbe in alternativa a una quota della casa. Potrebbe donare volendo anche altri bene per equiparare almeno sul piano della quota economica spettante. Altrimenti si subentra nella lesione della legittima quota che può essere ripristinata in aula.
Quanto tempo c’è per impugnare il testamento
Nel caso si può impugnare il testamento entro 10 anni dalla morte del genitore o entro 20 anni dalla trascrizione della donazione. Una delle controparti può sia chiedere la restituzione dell’immobile per una suddivisione equa o di ricevere una quota economica spettante per la sua parte lì dove questa sia mancata in precedenza. Se la casa è stata venduta chi è stato danneggiato può chiedere la restituzione di una somma e tale situazione potrebbe coinvolgere anche il nuovo titolare dell’immobile sebbene ignaro della situazione.