Cartelle esattoriali, dal primo gennaio del 2025 queste saranno “discaricate”. Vediamo di che cosa si tratta.
Prosegue a livello governativa la discussione sulla riforma del sistema fiscale in Italia. In questi giorni è affrontata la questione relativa alle cartelle esattoriali, all’interno della bozza di decreto legislativo relativa alla riscossione dei debiti tributari. Questa fa parte della riforma sul cosiddetto “fisco amico”, secondo la formula usata dal governo.
Ad annunciare le novità riguardanti le cartelle esattoriali è il viceministro dell’Economia Maurizio Leo, confermando che il governo ha approvato la misura in prima lettura. Gli obiettivi del governo sono snellire e rendere più rapide le procedure di riscossione fiscale, in linea con l’Europa, alleggerire il magazzino fiscale giacente (circa 1.200 miliardi di euro) dell’Agenzia delle Entrate ed evitare che in futuro si ricrei un altro accumulo simile.
Dal 1° gennaio 2025 le cartelle esattoriali non riscosse nei 5 anni successivi saranno “discaricate” automaticamente e la rateizzazione passerà gradualmente da 72 a 120 rate mensili. Per discarico si intende che se entro 5 anni le cartelle non sono riscosse, queste vengono automaticamente cancellate o in alternativa ritornano al creditore.
Si parla già di discarico anticipato per il 2025, per le cartelle sulle quali si è già evidenziata la “chiusura del fallimento, della liquidazione giudiziale o l’assenza di beni del debitore suscettibili di poter essere aggrediti“. L’Agenzia non sarà così tenuta a ricercare inutili e dispendiosi tentativi ulteriori di riscossione. La norma servirà a svuotare il cassetto dei crediti di riscossione impossibile, ma questo non significa lo stralcio automatico delle cartelle.
L’ente creditore avrà tre diverse opportunità. Prima opzione, potrebbe tentare in proprio la riscossione coattiva del suo credito. Seconda, potrebbe indire una gara pubblica per affidare le cartelle esattoriali a soggetti privati. Infine la terza, potrebbe riaffidare le cartelle esattoriali per altri due anni all’Agenzia delle Entrate Riscossione, se fossero emerse nuove notizie sui redditi del debitore.
Un esempio tipico di quello che potrebbe succedere è con una multa, con una lunga serie di ritardi nei pagamenti con la cartella esattoriale che rappresenta l’ultimo avviso di pagamento. Se dopo il quinto anno la cartella non è saldata, questa tornerà al Comune, proprio in virtù del nuovo provvedimento e sarà il Comune a decidere come procedere ulteriormente.
In vista ci sono anche delle dilazioni per la rateizzazione dei debiti, questa riguarderà le cartelle con importi inferiori a 120mila euro. Esiste un vero e proprio schema per questa decisione. Da 72 a 84 rate al mese per gli anni 2025 e 2026. Fino al massimo di 96 rate al mese per il periodo 2027 e 2028. Poi negli anni 2029 e 2030 le rate sarebbero da 97 a 108 rate al mese. Infine a cominciare dall’anno 2031 le quote al mese saranno 120.
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