Il governo vuole modificare il sistema delle cartelle esattoriali per creare un fisco “dal volto” umano che aiuti chi non ce la fa a pagare
“Vogliamo ripensare il meccanismo nel suo complesso rendendolo più semplice, più accessibile e venendo incontro ai contribuenti onesti che hanno difficoltà finanziarie”. Così a Il Messaggero il viceministro dell’Economia Maurizio Leo spiega come vorrebbe che fosse il nuovo Fisco “dal volto umano”: sanzioni più basse e maggiori possibilità di rateizzare per chi ha debito con lo Stato, provando a costruzione di un rapporto di fiducia con i contribuenti. Aiutare i cittadini che sì hanno debiti ma che sono onesti e non hanno avuto la possibilità di rispettare le scadenze.
Cartelle esattoriali, Leo: “Fino a 120 rate”
Il viceministro ha sottolineato che la premier Meloni nella conferenza di inizio anno ha fatto bene a soffermarsi sull’importanza della riforma fiscale perché è “un tema che rappresenta una priorità per il governo”. Ha rimarcato che dopo i sei decreti legislativi che hanno avuto il via libero definitivo e che sono già entrati in vigore, si punta ora al Concordato preventivo biennale e la disciplina dei giochi a distanza.
Sono 1185 miliardi di euro i soldi che mancano e che bisogna recuperare. Una cifra enorme che si vuole riprendere con un approccio diverso. La strategia deve essere quella della collaborazione con la cittadinanza e l’intervento del Fisco prima, non dopo in modo punitivo.
“Uno dei punti centrali è il discarico ovvero la restituzione all’ente impositore, dopo 5 anni, delle cartelle inesigibili da parte dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione”, ha detto ancora Leo che ha continuato a spiegare che solo a questo punto si potranno effettuare nuove verifiche rimandare la richiesta di recupero del credito all’Agenzia, concentrarsi sui quei crediti che invece sono esigibili.
Gli strumenti tecnologici vanno utilizzati ancora di più e per ottenere maggiore fiducia del cittadino, dare la possibilità di dilazionare le cartelle esattoriali fino a 120 rate, facendo però attenzione a quando davvero il contribuente non può pagare. Insomma, Fisco dal volto umano, ma un umano intransigente con chi vuole fare il furbetto.
Sempre in quest’ottica, quindi, vanno riviste anche le sanzioni. Leo definisce il sistema “sproporzionato” poiché in materia di Iva ci sono sanzioni che vanno dal 120 al 240% mentre, sostiene, dovrebbero arrivare massimo al 60% come avviene mediamente in altri Paesi europei. Dall’altro lato, però, bisogna inasprire le sanzioni accessorie per chi con volontà ha avuto un comportamento con fine fraudolento nei confronti dello Stato.