Il prezzo della carta igienica continua a salire e inizia a pesare, i prezzi, rispetto a due anni, sono incrementati del 44%.
Il Centro di Ricerca sui Consumi (CRC) in un suo recente report sui consumi italiani mette in luce l’aumento progressivo della carta igienica. Se solo due anni fa, una confezione costava in media 1,74 euro, oggi la media è di 2,55 euro. Si tratta dell’effetto dell’inflazione che ha investito l’intera Europa negli ultimi due anni, con i prodotti principali maggiormente colpiti dagli incrementi.
La carta igienica è un bene necessario, ma continua a aumentare di prezzo, facendo registrare un +44% rispetto a due anni fa. Analizzando i dati forniti dal Mimit, si intuisce facilmente il clamoroso aumento che ha investito tutti i beni di prima necessità. Ma quali sono le città che vendono le confezioni di carta igienica a prezzi maggiori?
Bolzano resta la città dove la carta igienica costa in media di più: un pacco da quattro rotoli viene venduto a 3,40 euro. A seguire troviamo Grosseto, con confezioni da quattro vendute mediamente a 5,15 euro. Poi troviamo Udine (3.06 euro a confezione) e Trento (3.03 euro). La città più economica è Siracusa, con le confezioni da quattro vendute nei supermercati a un prezzo medio di 1,77 euro.
Tra le altre città più economiche troviamo Bari (1,81 euro) e Mantova (1,87 euro). Analizzando i dasti, i rincari più pesanti sono stati registrati nelle città di Grosseto e Ferrara, con variazione di prezzi che arrivano fino al +89%, e poi Bolzano, Udine e Livorno, con prezzi aumentati dell’85%. Le provincie dove la carta igiene ha subito un incremento minore sono Messina, Bari e Vercelli.
Il mercato della carta igienica in Italia vale 1,2 miliardi di euro all’anno. Si tratta di un bene indispensabile, tanto che durante la pandemia è stato uno dei primi beni ad andare esauriti. Ma come mai il prezzo non accenna a diminuire? Prima di tutto, a incidere sugli incrementi progressivi è la guerra in Ucraina, con l’aumento dei costi delle materie prime.
La guerra in Europa ha portato al crollo delle importazioni di legno provenienti dalla Russia, da cui si ottiene la cellulosa per produrre la carta, e poi il rialzo delle quotazioni della fibra corta, salita del 68% rispetto a tre anni fa. A tutto ciò, si va ad aggiungere il caro energia, sempre per gli stessi motivi di costi di materie prime, come gas, luce e carburante.
Insomma, non è un buon momento per gli italiani e per tutti gli europei. Secondo l’Osservatorio Mensile Findomestic, il 68% dei consumatori rimanda gli acquisti non necessari, il 9% addirittura ci rinuncia. L’inflazione che preme togliere potere di acquisto alle famiglie. E ancora, Inflazione, dati di marzo. Quali i prezzi per il carrello della spesa.
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