Se hai ritrovato un vecchio buono postale da 1000 lire, devi sapere che oggi vale ben 41mila euro: vediamo cosa stabilisce Poste in merito.
A scatenare una serie di domande circa il possibile rimborso da parte di Poste Italiane del valore di un vecchio buono postale in lire, nasce dalla richiesta avanzata da Stelvio Orceani. L’uomo, oggi 71 enne, ha ritrovato il buono fruttifero da 1000 lire del 1961 all’interno di un’enciclopedia che utilizzava da ragazzo. Vigile del fuoco in pensione, Stelvio ha compreso che, a distanza di tutto questo tempo, il buono avrebbe un valore di ben 41mila euro. Naturalmente, fin da subito è cresciuta la sua speranza di poterlo incassare.
Il fortunato ritrovatore si è affidato a Giustitalia, un’associazione che si occupa della tutela dei diritti dei consumatori. In un’intervista, Stelvio ha raccontato come lo scorso 7 dicembre sia andato a trovare sua mamma ad Ancona, nella casa in cui viveva da ragazzo e ha messo a posto la libreria dalla quale è uscito fuori il buono. Conducendo delle ricerche online, è venuto a conoscenza di Giustitalia, impegnata proprio nella rivalutazione dei titoli. “Ho pensato ‘ci provo’, perché tanto da perdere non avevo nulla”.
Mentre Stelvio attende il riscontro da Poste Italiane, anche la storia di Anna si presenta molto simile. La donna, oggi molto anziana, residente a Roma ma nata a Lanciano (Chieti), ha scoperto nella casa di famiglia un buono fruttifero da 25 milioni di lire che oggi varrebbe ben 195mila euro.
Non essendoci età giusta per smettere di sognare e di sperare che la vita possa dare qualcosa in più, la signora Anna si è rivolta prontamente a Poste Italiane per la riscossione del suo buono. La risposta dell’ente, tuttavia, non è quella che la donna si aspettava: sostiene che il titolo sia ormai caduto in prescrizione e che, in ogni caso, andrebbe effettuato un calcolo al ribasso che ne avrebbe fatto scendere il valore a poco più di 110mila euro. Giustitalia interviene anche in questo caso, citando l’art. 2935 del Codice Civile, il quale statuisce che la prescrizione inizia a decorrere dal giorno in cui il diritto può essere fatto valere. Questo comporta che il primo giorno della prescrizione coincide con quello del ritrovamento del buono fruttifero, soprattutto considerando che la donna prima di quel momento non era a conoscenza dell’esistenza del titolo.
In quanto al valore dello stesso, esami più attenti da parte della giurisprudenza fanno emergere che l’attuale importo da attribuire al buono fruttifero arrivi a sfiorare quasi il doppio rispetto alla cifra calcolata da Poste Italiane, in quanto i tassi di interesse da applicare devono essere quelli stampati sul retro del buono e non quelli attuali, notevolmente più bassi. Questa lotta ha continuato con un ricorso che la donna ha presentato davanti al Giudice di Pare di Roma, chiedendo a Poste Italiane un rimborso di 195mila euro.
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