Buoni fruttiferi postali, sapete che c’è una grossa differenza tra quelli cartacei e i dematerializzati? Ecco di cosa si tratta e perché è fondamentale
I buoni fruttiferi postali sono uno strumento di investimento popolare in Italia, offerto dall’ente postale nazionale Poste Italiane. Si tratta come ormai risaputo di una forma di risparmio sicura e garantita dallo Stato, senza alcuna possibilità di rischio praticamente, il che ha attirato l’interesse di milioni di italiani per decenni. Anche se i guadagni sono lenti e serve pazienza per vederli maturare, si tratta comunque di un modo sicuro per accantonare cifre piccole o importanti e non deprezzarle ma anzi ‘gonfiarle’ così da ritrovarsi un tesoretto all’indomani.
I BFP pertanto, in virtù di quanto detto, sono un tipo di investimento a basso rischio. E’ possibile guadagnare molto di più e velocemente con altre possibilità in Italia, ma col rischio anche di perdere parte o l’intero capitale investito. Non essendo questa la vera volontà di molti risparmiatori che vogliono semplicemente accantonare, ecco che tale strumento si rivela dunque perfetto al netto dell’intero scenario. Detto questo, i buoni fruttiferi sono disponibili in diverse forme e con ogni prodotto che offre una durata di accantonamento e percentuale di guadagno di offerente.
Esiste poi un’altra differenza fondamentale tra due tipi di buoni, perché ci sono cartacei e dematerializzati ovvero virtuali. I primi sono la forma tradizionale di questo strumento di investimento. Vengono emessi sotto forma di titoli fisici, spesso accompagnati da documentazione cartacea che ne certifica la proprietà e i dettagli dell’investimento. Una delle principali caratteristiche dei BFP cartacei è la tangibilità e sono adatti per chi è poco incline alle tecnologie o preferisce le vecchie abitudini fisiche e dimostrabili.
I BFP dematerializzati, al contrario, sono una forma più moderna e digitale di questo strumento di investimento. Invece di essere emessi sotto forma di titoli fisici, sono registrati e conservati in forma elettronica presso un’apposita piattaforma gestita da Poste Italiane o da altri intermediari finanziari autorizzati. In questo caso il vantaggio è la flessibilità, con i titolari del buono che possono guardare e accedervi direttamente on line da app o pc.
Quando scadono i buoni fruttiferi? La data è ovviamente indicata in base alla durata dell’accordo che è tra le prime condizioni da accettare. Premesso questo, una volta scaduti, per quelli in forma cartacea, passati 10 anni da quella data indicata, diventa impossibile recuperare la somma e gli interessi maturati anche si estinguono. Discorso diverso per i buoni dematerializzati: questi, infatti, non si prescrivono ma vengono automaticamente rimborsati alla scadenza con accredito direttamente sul conto corrente indicato dal titolare. Un vantaggio di cui tenere inevitabilmente conto.
Le dichiarazioni del ministro Valditara sulla violenza di genere e l'immigrazione scatenano polemiche, evidenziando la…
Amazon anticipa il Black Friday con sconti imperdibili, tra cui la Smart TV Samsung UE55DU7190UXZT…
La dirigente scolastica Tina G. denuncia il preoccupante fenomeno delle foto alle targhe dei docenti,…
Scopri tre monitor 4K ideali per il gaming: l'ASUS ROG Strix XG27UCS per prestazioni premium,…
L'ossessione per i social media e lo "sharenting" sollevano preoccupazioni sulla salute mentale dei giovani,…
Scopri l'offerta di Amazon per un kit di luci LED controllabili tramite app a soli…