Buoni pasto: di quanto aumenterà l’importo e che cifra dobbiamo aspettarci, tutti i dettagli a riguardo, non farti cogliere alla sprovvista.
I buoni pasto, furono introdotti per la prima volta in Gran Bretagna nel 1954, l’obiettivo era quello di rimediare alla mancanza di mense nelle aziende. Questo settore si sviluppò insieme al settore terziario e la nascita di piccole imprese negli anni del dopo guerra.
Molte aziende infatti, non avevano a disposizione delle aree adibite a mensa, così consegnavano titoli cartacei prepagati ai propri dipendenti per permettergli di mangiare durante la pausa pranzo. Ad oggi, il mercato dei buoni pasto è in crescita, si presuppone infatti che supererà i 14,6 miliardi di dollari entro il 2025.
Per buono pasto, si intende un ticket che può essere erogato dal datore di lavoro ai collaboratori, ad oggi esistono due tipologie di buoni pasto, quelli cartacei e quelli elettronici, a riceverlo all’interno dell’azienda, sono tutti i dipendenti. Secondo il decreto legge tutti i lavoratori subordinati infatti, sia a tempo pieno che part-time, hanno diritto a ricevere il buono.
Ciò vale anche nel caso in cui l’orario di lavoro non preveda una pausa pranzo o che i lavoratori siano in modalità smart working. C’è però da specificare che il tutto resta sempre a discrezione del datore di lavoro, che non è obbligato da nessun punto di vista a rilasciare il buono.
Sono circa 3 milioni di lavoratori dipendenti che spendono il proprio buono pasto all’interno di una rete nazionale pari a circa 170.000 esercizi convenzionati. ANSEB, un’associazione di rappresentanza delle aziende attive nei servizi sostitutivi di mensa, avrebbe espresso l’intenzione di aumentare il valore dei buoni pasto. L’associazione avrebbe sottolineato l’importanza di aumentare l’importo detassato del buono da 8 a 10 € giornalieri.
La decisione avverrebbe anche in base all’elevato tasso di inflazione che si attesta, un provvedimento del genere farebbe tirare un respiro di sollievo a diversi lavoratori. L’inflazione purtroppo incide sui prezzi al consumo e ha comportato un innalzamento generale delle spese, anche legate al settore alimentare, di conseguenza anche il costo della pausa pranzo per i lavoratori è penalizzato. I pasti consumati al ristorante o al bar infatti hanno una spesa media che varia da 8 € per un semplice panino con bevanda e caffè, fino ad arrivare a 15 € per un menù completo di bassa qualità.
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