Si può ottenere un rimborso su i buoni fruttiferi postali scaduti? A quanto pare sì, due consumatrici hanno ricevuto 5mila euro. Ecco come ci sono riuscite.
Uno dei modi preferiti dagli italiani per mettere al sicuro i proprio risparmi è rappresentato dai buoni fruttiferi postali. Si tratta di titoli di credito emessi da Cassa Depositi e Prestiti e garantiti dallo Stato che alla scadenza permettono di riottenere la somma investita a cui si aggiunge un’ulteriore somma determinata dagli interessi maturati. Il tutto con una tassazione agevolata.
Questi titoli di credito sono a tempo il che vuol dire che una volta scaduti è possibile riscuotere la somma spettante; che succede però se si dimentica di andare a riscuotere? Per legge è possibile convertire i buoni fino a 10 anni dopo il termine ultimo, quindi c’è un lungo lasso di tempo che garantisce la riscossione senza perdita del denaro. E se si supera anche questo? Dopo i 10 anni i buoni ricadono in prescrizione ragion per cui, in linea generale e teoria, si perde il diritto sulla somma. Tuttavia esistono dei metodi che permettono di recuperare una sorta di rimborso sul denaro altrimenti lasciato alle casse dello Stato.
Come spesso succede in questi casi, a fare da scuola e da apripista ad eventuali altri casi è l’esperienza diretta dei consumatori. Nello specifico si parla di due donne che sono riuscite ad ottenere un rimborso di 5mila euro su dei buoni fruttiferi postali scaduti e finiti in prescrizione.
Come ci sono riuscite? Semplicemente perché sono riuscite a dimostrare la mancata comunicazione da parte di Poste Italiane. L’inadeguata attività informativa sui termini e le condizioni di scadenza e prescrizione, ma anche sui diritti dei consumatori ha permesso alle due donne di avvalersi contro Poste in sede giudiziale arrivando ad una sentenza in loro favore che ha condannato Poste Italiana al risarcimento di 5mila euro appunto.
Non è la prima volta che la mancata attività informativa di Poste arriva al centro delle Corti e già in più occasioni ci sono state sentenze a suo sfavore. L’importante in questi casi è farsi seguire da associazioni dei consumatori e più in generale da soggetti pratici del settore. Nel caso delle due donne, infatti, gli avvocati dell’associazione Codici Lombardia a cui si erano rivolte sono riusciti ad evidenziare che Poste non aveva trasmesso la giusta e corretta documentazione alle donne per cui era stato impossibile risalire alla scadenza e prescrizione dei buoni fruttiferi. Così facendo le due consumatrici hanno potuto ottenere comunque la restituzione di una buona somma di denaro.
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