I buoni fruttiferi Poste continuano ad essere un punto di riferimento in Italia, anche nel 2024: ecco l’attuale listino tassi e i più convenienti
I buoni fruttiferi postali, ormai da anni a questa parte, sono una delle principali forme di investimento degli italiani. Crescono lentamente e non troppo, decisamente di meno rispetto a un tempo, ma comunque quanto basta rispetto al tenerli completamente fermi (anzi, in quel caso il gruzzolo diminuirebbe man mano). Essendo di proprietà di Poste Italiane, quindi come se fossero statali o quasi, rappresentano un’estrema garanzia per le famiglie che devono affidare i risparmi di una vita senza correre il rischio di avere brutte sorprese.
Sono infatti un’opzione ideale per coloro che preferiscono un approccio prudente agli investimenti, poiché presentano un basso – praticamente nullo – rischio di perdita di capitale. Questa caratteristica li rende particolarmente adatti per chi desidera preservare il proprio fondo, con una crescita direttamente proporzionale agli anni trascorsi e al tipo di offerta sottoscritta al momento. Alcuni durano appena quattro anni e ci sono altri che passano addirittura per un ventennio.
Buoni fruttiferi postali, perché rappresentano una garanzia
Uno dei vantaggi principali dei Bfp è la loro semplicità. Sono accessibili a chiunque, purché maggiorenne, a meno che non si tratti di buoni per minori ma tramite un adulto, senza requisiti in particolare né tanto meno la necessità di conoscenze finanziarie avanzate. Il processo di acquisto è diretto e può essere effettuato presso qualsiasi ufficio postale. Un elemento chiave dei buoni postali è il tasso di interesse garantito. Questo, stabilito al momento dell’accordo, rimane costante per l’intera durata del titolo indipendentemente da quanto accade al mercato.
Questo offre agli investitori la sicurezza di conoscere in anticipo il rendimento del proprio investimento, eliminando l’incertezza legata alle fluttuazioni del mercato. Esiste anche un’opzione di simulazione sullo stesso sito di Poste italiane per avere un parametro esatto. Inoltre – cosa non di poco conto – i buoni fruttiferi di Poste godono di un vantaggio fiscale significativo. Gli interessi generati da questi investimenti sono esentasse per i privati cittadini residenti in Italia, rendendo questa opzione ancora più attraente dal punto di vista finanziario.
Buoni Poste inizio 2024, tutti i tassi
Sebbene il tasso come detto sia lo stesso sempre una volta pattuito l’accordo, è chiaro che, in base ai momenti del mercato, ci sono alcuni periodi migliori di altri per investire. Questo attuale per esempio, post Covid e con un’inflazione incalzante, diventa vantaggioso per i tassi esplosi e che hanno raggiunto addirittura il 6% in un caso.
Le offerte al momento disponibili sono le seguenti
- Buoni 4 anni Plus da 4 anni con rendimento da 2%
- Buono 3×2 da 6 anni con rendimento da 2.25%
- Buono rinnova da 6 anni con rendimento da 2.50€
- Buono risparmio sostenibili da 7 anni con rendimento da 2%
- Buono 3×4 da 12 anni con rendimento 2.50%
- Buono Ordinario da 20 anni con rendimento 2.75%
- Buono 4 anni risparmiosemplice da 4 anni con rendimento 1.50%
- Buono dedicato ai minori da 18 anni con rendimento 6%
- Buono soluzione futuro (per una rendita al periodo di pensionamento)
- Buono soluzione eredità da 4 anni a 3.25%
Numeri alla mano è evidente da subito che il buono dedicato ai bambini o giovani è nettamente il più conveniente, con la variabile – nel caso si volesse – di non poter prendere la cifra investita fino alla scadenza se non tramite il verdetto di un giudice. Le cifra diventano quindi estremamente vincolate. Nel caso dell’eredità invece, seconda quota più alta tra tutte, è accessibile solo ai beneficiari di un procedimento successorio concluso con Poste italiane.
Il buono ordinario resta concretamente l’ipotesi più conforme, ma a patto che ci siano le condizioni per una potenziale permanenza ventennale. Ciò non toglie che in caso di scelte differenti o necessità si possa nell’immediato riprendere la cifra anche tramite procedura app senza aspettare il termine unico, perdendo però poi i vantaggi che ne verrebbero.