Bonus asilo nido, che cosa succede a moltissime domande contestate. Quali possono essere le cause del problema.
Una delle più importanti misure a favore della famiglie è certamente il bonus asilo nido. Il beneficio è destinato a dare un contributo per il pagamento delle rette alle famiglie con bambini sotto i tre anni che frequentano gli asili nido pubblici e privati autorizzati. Si tratta di una prestazione molto attesa, considerando i costi elevati delle strutture e le difficoltà per le scuole pubbliche di accettare tutte le domande di frequenza.
L’importo del sussidio è determinato in base all’ISEE minorenni, presentato in allegato con la richiesta dal genitore che sostiene la retta dell’istituto. Il contributo spetta anche ai nuclei familiari con figli fino ai tre anni con gravi patologie certificate costretti a restare a casa. In questo caso il bonus contribuisce alle spese per l’assistenza domiciliare.
Bonus asilo nido, i motivi delle domande bloccate
Gli importi come accennato variano in base agli scaglioni ISEE, con contributi maggiori per la fascia più bassa dell’Indicatore. Nel 2024 poi è erogata una maggiorazione per i figli successivi al primo, in particolare per le famiglie con bambini nati dal 1° gennaio 2024 e con un altro bambino sotto i dieci anni.
Si capisce dunque l’importanza della prestazione e la preoccupazione determinata per le domande contestate dall’INPS e quindi bloccate. I motivi possono essere diversi a partire dalla documentazione presentata. Le famiglie all’atto della richiesta devono allegare le fatture di pagamento delle rette, nonché tutti i dati e gli estremi relativi alla scuola frequentata.
In caso di documentazione carente o non idonea, la domanda è contestata. Da sottolineare la natura del bonus asilo nido: si tratta infatti di un rimborso. Le famiglie pagano la retta mensile e successivamente ricevono un contributo per le spese sostenute. I motivi specifici di fermo possono essere proprio legati alla carenza di documentazione che attesti i pagamenti.
Per esempi per mancanza di ricevute, incompletezza delle stesse, per omessa intestazione, per errore nel codice fiscale. Altro motivo di stop alla domanda può essere connesso all’invio errato delle fatture che non devono essere inviate tutte nel medesimo file, ma spedite separatamente, per ogni mese di retta pagata. Queste sono le cause più frequente che determinano problemi nell’erogazione del contributo.
Qualora fosse necessario avere maggiori informazioni si può contattare direttamente il Contact Center dell’INPS per verificare lo stato della pratica. Per sbloccare una domanda ferma si possono modificare i documenti inviati. Per procedere si sceglie allegazione documenti di spesa all’interno dell’area personale, indicando l’ID della pratica contestata. A questo punto si possono inviare i nuovi documenti corretti.
L’accesso alla procedura deve avvenire previa autenticazione con credenziali SPID, CIE e CNS e collegandosi poi con la pagina specifica del servizio. In alternativa è possibile avvalersi dell’aiuto di un patronato con l’opportuna delega.