A breve partiranno gli accrediti del bonus Maroni. Una mini guida per capire di cosa stiamo parlando e capire a chi spetta l’aumento.
Il cosiddetto bonus Maroni è in realtà un esonero contributi pari al 9,19% dell’aliquota massima del contributo IVS (Invalidità , Vecchiaia e Superstiti) che si esprime, di conseguenza, con un aumento dello stipendio netto. Come spiegato dall’INPS, con il messaggio n. 1107 del 14 marzo 2024, ilo bonus viene messo in pagamento a partire dalla busta paga del 2 agosto prossimo come titolo di incentivo al posticipo della pensione.
Si tratta quindi di un bonus riservato a quei lavoratori dipendenti che hanno maturato i requisiti di accesso alla pensione anticipata flessibile anche conosciuta come Quota 103. In altre parole, chi ha raggiunto tutti i requisiti necessari alla pensione anticipata introdotta nel 2023 e confermata nella Legge di Bilancio del 2024, è concessa la possibilità di richiedere un bonus in busta paga rimandando però l’uscita dal mondo del lavoro.
A questo punto però cerchiamo di capire più nel dettaglio come funziona il bonus Maroni, se effettivamente conviene richiederlo e qual è l’impatto sulla pensione futura.
Come funziona il bonus Maroni
Non è detto che richiedere il bonus Maroni convenga per davvero. Trattandosi di un esonero dal pagamento dei contributi significa che la richiesta e l’ottenimento di questo bonus comporta in prospettiva pensionistica futura una riduzione dell’assegno che si percepirà .
Di fatto l’ago della bilancia sta nella decisione tra un assegno pensionistico più alto in futuro o un aumento effettivo dello stipendio in questa fase lavorativa. Una decisione certo non facile; da una parte c’è un incremento dello stipendio determinato dallo sgravio totale dell’aliquota contributiva a carico del lavoratore che in tempi di crisi come questa può far sempre comodo. Attenzione però è bene capire che lo stipendio lordo resta lo stesso, in modo che l’aumento retributivo non gravi sulle spalle del datore di lavoro. Ma dall’altra c’è anche la prospettiva di un assegno pensionistico che inevitabilmente si abbasserà a causa di quello che è a tutti gli effetti il mancato pagamento dei contributi a carico. Insomma, chi decide di usufruire del bonus riceve subito in busta paga il valore dei contributi previdenziali che avrebbe dovuto versare all’INPS.
Che scelta fare quindi? Difficile dirlo, per capire di quanto effettivamente aumenti lo stipendio attuale e quanto si abbassi invece la pensione è bene rivolgersi ad un commercialista o un CAF per fare bene i conti e decidere in base alle somme risultanti. Nei fatti però parliamo di un’imponibile lordo a cui si applica l’aliquota della quota contributiva del 9,19%, quindi ad esempio, su uno stipendio di 1.800 euro aggiungendo +9,19% si ottiene un aumento 165,42 euro.
Chi può accedervi e a chi fare domanda
Al bonus Maroni possono accedere i lavoratori che hanno compiuto i 62 anni di età con 41 anni di contributi e trattandosi di un bonus in busta paga spetta solo ai lavoratori dipendenti iscritti all’Assicurazione generale obbligatorie o a forme sostitutive.
La domanda per usufruire del bonus va presentata direttamente all’INPS utilizzando la procedura telematica. È, quindi, necessario autenticarsi nella propria area utente del sito e seguire le indicazioni.