Bonus fino a 10mila euro, chi potrebbe avere questa possibilità nello stipendio. Vediamo i dettagli della proposta.
In Italia resta prioritario il problema della retribuzioni che restano la palo da molti anno rispetto a quelle dei grandi Paesi europei. La situazione poi è resa ancora più complicata dalla spirale dei prezzi che, nonostante l’inflazione appaia in frenata, continua ad erodere il potere d’acquisto di stipendi e salari, con le conseguenti difficoltà delle famiglie per far quadrare i conti.
Non è un caso che uno dei principali temi in discussione tra le parti sociali sia il rinnovo dei contratti nazionali di lavoro nel settore pubblico, come in quello privato. In quest’ultimo periodo si è scelta la strada di interventi non strutturali, considerati troppo onerosi per i datori di lavoro, come i fringe benefit e i premi di produttività.
Bonus fino a 10mila euro, è possibile?
Questi interventi sono preferiti dalla parte datoriale perché non strutturali e quindi non vincolanti nel tempo. Inoltre hanno spesso trattamenti fiscali agevolati (di premi di produttività hanno tassazione al 5 per cento attualmente) che li rendono vantaggiosi, rispetto a un intervento definitivo in busta paga. Ma hanno un vizio di fondo evidente, devono essere finanziati dalla fiscalità generale e la detassazione è a carico dello Stato.
Non è un caso che la loro proroga per il prossimo anno sia tutt’altro che scontata. Per superare questi ostacoli si sta pensando di proporre nuove regole per la partecipazione agli utili di azienda, con aumenti in busta paga fino a 10mila euro lordi. Gli utili sono la differenza tra ricavi e costi. In caso di differenza positiva si parla di profitto, mentre se la differenza è negativa, si tratta di perdita o deficit.
Già attualmente alcune grandi aziende riconoscono ai propri dipendenti la partecipazione agli utili attraverso premi per il raggiungimento di obiettivi produttivi di rilevo. Infatti si tratta spesso di premi di produttività che quest’anno è detassata al 5 per cento, anziché al 10 per cento. L’incentivo si applica anche nei casi di diretta partecipazione agli utili di azienda, cioè nel caso in cui il premio sia proporzionato effettivamente al profitto dell’azienda.
Alcune proposte di legge vorrebbero rendere strutturali la partecipazione agli utili, superando il tetto massimo dei 3mila euro e mantenendo la tassazione al 5 per cento. Alcuni paletti sono comunque indicati nei testi in discussione ai Parlamento: la partecipazione deve riguardare almeno il 10 per cento degli utili complessivi. Il bonus non può superare i 10mila euro lordi; le somme devono essere erogate nel rispetto dei contratti collettivi di lavoro.
La discussione parlamentare su queste proposte è ancora in fase di avvio e occorrerà tempo prima di raggiungere un traguardo concreto. Si parla infatti della fine dell’anno in corso o dei primi mesi del 2025 per vedere un testo definitivo.