Bollette quasi azzerate con la nuova norma che fa felici le famiglie: meglio di un bonus

Sta arrivando una nuova normativa che porta ottime notizie, con bollette quasi azzerate. Ecco cosa ci aspetta nel prossimo futuro.

Ci sono molti modi in cui è possibile migliorare la situazione economica delle bollette. I prezzi alti derivano in buona parte dal fatto che l’Italia è un paese estremamente arretrato sulle comunità energetiche pulite. E la prova è la storia di un piccolo borgo, che ha già raggiunto la realtà dell’energia green con miglioramenti sostanziali.

Bollette quasi azzerate con la nuova norma
Arriva la nuova normativa che prevede bollette quasi azzerate – Codiciateco.it

Il comune è quello di Borutta, un piccolo borgo che ha costruito una pala eolica con l’intenzione di vendere l’energia verde all’Enel per azzerare le bollette. Sfortunatamente le autorizzazioni sono arrivate così in ritardo che l’idea non era più conveniente. Sono passati quindi al piano B, puntando al fotovoltaico. Grazie ai pannelli fotovoltaici, Borutta riesce a mantenere l’autosufficienza per tutte le strutture pubbliche con una rete elettrica intelligente. Il risultato è che la bolletta del comune è ora pari a zero, con il tesoretto reinvestito in energia pulita.

Purtroppo estendere questi vantaggi ai cittadini si scontra con la politica e le attese che questa comporta. Mentre Borutta vuole diventare una comunità energetica per tutti, servono gli incentivi dal Governo che non sembrano mai arrivare. E questa è, al momento, una realtà molto diffusa per molti paesi. Il via libera per il decreto sperimentale per le comunità energetiche è già stato avviato da Bruxelles il 22 novembre, ma non ci sono ancora i decreti attuativi necessari per trasformarlo in realtà.

Bollette quasi azzerate: le normative in arrivo

Il concetto da tenere a mente è quello di comunità energetica rinnovabile. Si tratta di un gruppo di persone nello stesso territorio che condividono energia rinnovabile. Il problema nasce con il concetto di cabina, ovvero i punti di connessione e smistamento dell’energia. Queste sono divise in primarie e secondarie: le prime ricevono l’elettricità dalle linee ad alta tensione nazionale, che poi trasmettono alle secondarie in tensione più bassa. Secondo il decreto sperimentale, la comunità energetica può basarsi solo sul perimetro della cabina secondaria. Bruxelles ha approvato nel nuovo decreto la possibilità di estendere la comunità alla cabina primaria, con tanto di incentivi per costruire impianti a energia rinnovabile.

I decreti in arrivo potrebbero risultare in bollette quasi azzerate
Se il decreto di Bruxelles diventerà la norma le bollette saranno quasi azzerate – Codiciateco.it

Mentre l’Italia è stata una delle prime a ricevere la sperimentazione, siamo stati superati da tempo da paesi come Germania e Inghilterra. Questi hanno agito concretamente, mentre noi aspettiamo da mesi. Eppure, nonostante la mancanza di normative concrete, abbiamo già visto dei risultati: il comune di Pinerolo ha già, in termini pratici, la prima comunità energetica condominiale italiana. Il condominio produce il 90% dell’energia necessaria attraverso pannelli fotovoltaici, risparmiando fino al 70% in bolletta. Questo progetto, realizzato dalla società pubblica Acea Pinerolese, ha poi fatto lo stesso in altri 30 condomini, con l’intenzione di avviare la comunità energetica della Val Pellice appena arriverà il decreto attuativo. Altre opere simili sono state viste in San Nicola da Crissa, che riesce a garantire tra i 100 e i 150 euro a famiglia grazie agli impianti di energia pulita.

Nonostante i problemi burocratici, quindi, molte piccole realtà sono già riuscite ad avviarsi. Sfortunatamente, nonostante questi esempi, il progresso dell’energia rinnovabile in Italia è praticamente fermo da 10 anni. Il Governo Meloni non sembra avere intenzione di cambiare rotta, con una corsa al gas come energia principale per il paese. In assenza di normative, la cosa peggiora quando diversi paesi (come la Sardegna) ostacolano attivamente il progresso rinnovabile per ragioni ideologiche. In Piombino sono serviti pochi mesi per fare un rigassificatore, ma per finire un impianto eolico in Taranto sono serviti 14 anni. La media italiana, al momento, è di sei anni per parco eolico e cinque per parco fotovoltaico. Insomma, il passaggio al rinnovabile è ancora un sogno remoto.

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