Buttare le bollette subito dopo averle pagate e non conservarle come previsto può riservare diverse brutte sorprese per i consumatori.
L’argomento tasse e bollette è uno dei meno piacevoli per i cittadini di ogni nazione, visto che ogni mese portano via gran parte dello stipendio duramente guadagnato lavorando. Nel caso delle bollette, poi, essere attenti ai pagamenti e a tutto il resto della legislazione in materia è fondamentale per evitare di incorrere in sanzioni o, peggio ancora, la cessazione di servizi essenziali come luce e gas.
Oltre al pagamento, un altro aspetto delle bollette di cui tenere conto con particolare attenzione è la loro conservazione. Chiunque abbia mai preso in mano uno di questi documenti sa che dovrebbero essere conservati per un minimo di cinque anni. I commercialisti consigliano sempre questo lasso di tempo e anche sulle bollette stesse lo si trova espressamente scritto. La normativa in materia, però, è leggermente cambiata negli ultimi anni.
La domanda alla base di questo problema è molto precisa: perché è importante conservare le bollette? Anche se sono state correttamente pagate, i documenti cartacei che attestano il pagamento dovrebbero essere conservati (e anche con molta con cura) per una questione di auto-tutela. Le compagnie potrebbero contestare un mancato pagamento e, se il consumatore non è in grado di dimostrare il contrato, può essere obbligato a effettuare nuovamente il pagamento. Quindi, ai sensi della legge, chi non conserva una prova documentale del pagamento, dinanzi a una contestazione (più o meno legittima), si considera moroso.
La conservazione delle bollette pagate, come abbiamo già detto, è fortemente consigliata fin quando non si arriva al periodo della cosiddetta “prescrizione”, cioè il periodo di tempo oltre il quale il fornitore non può più chiedere nessun tipo di pagamento.
I consumatori italiani sono quindi tenuti a informarsi regolarmente sui periodi di prescrizione delle utenze che, non a caso, negli ultimi anni sono cambiati. Nel caso di acqua, luce e gas non è più di cinque anni ma è diventata di due anni. Questo significa che, di conseguenza, anche le bollette vanno conservate solamente per due anni. Per quanto riguarda invece le bollette delle compagnie telefoniche, il termine di prescrizione è rimasto invariato ed è fissato a cinque anni.
C’è un’unica grande eccezione a quanto detto finora ed è il caso in cui il consumatore ha scelto l’opzione di domiciliazione bancaria delle utenze. Con questa scelta, l’utente dà l’autorizzazione alle singole compagnie di prelevare ogni mese i canoni dovuti direttamente dal suo conto corrente. In questi casi, quindi, non è necessario conservare le bollette perché i pagamenti saranno sempre dimostrabili con le ricevute della banca.
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