Bollette acqua, i costi dell’acqua per uso domestico nel XIX Rapporto sul servizio idrico integrato. L’andamento nelle città italiane.
Domani 22 marzo sarà la Giornata mondiale dell’acqua. Una data importante per ricordare una risorsa determinante per la vita, preziosa e sempre più al centro delle attenzioni di Stati e organizzazioni internazionali. L’accesso all’acqua potabile e ai servizi igienico-sanitari è fondamentale per soddisfare le necessità umane ed è riconosciuto come un diritto universale dell’uomo.
Eppure sono ancora miliardi le persone alle quali questo diritto è negato, in un contesto mondiale in cui l’acqua potabile è già al centro di conflitti e tensioni. Una risorsa preziosa quindi, ma non solo paesi poveri stretti tra siccità e guerra, anche alle nostre latitudini l’acqua è un bene sempre più costoso e limitato. Come dimostra l’attuale periodo di emergenza idrica in diverse regioni italiane, dopo una stagione invernale avara di piogge e precipitazioni nevose.
Bollette acqua che cosa è successo nel 2023
Per l’occasione della Giornata mondiale dell’acqua, l’Osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva ha già diffuso, come riportato dagli organi di informazioni, il XIX Rapporto sul servizio idrico integrato con dati preoccupanti per consumatori e famiglie italiane. Il costo medio della fattura idrica è arrivato a 478 euro, circa il 4 per cento in più rispetto al 2022.
Negli ultimi 5 anni le bollette dell’acqua sono cresciute del 17,7 per cento. L’incremento maggiore rispetto al 2022 si è avuto a Vibo Valentia con un più 16 per cento. A Isernia il costo è raddoppiato rispetto al 2019. La città dove si il costo è più elevato è Frosinone con 867 euro, mentre i capoluoghi dove si spende meno sono Milano e Cosenza con 184 euro.
A livello regionale la Toscana è la più costosa con 732 euro. Da sottolineare che ben 8 delle prime dieci province dove l’acqua è più cara sono toscani. La regione dove le bollette sono inferiori è il Molise con 226 euro, invece in Trentino Alto Adige l’aumento più consistente, più 9 per cento. Per quanto riguarda l’informazione e il livello di consapevolezza del problema emergono dati negativi.
La stima del consumo medio, secondo un campione di famiglie, si aggira sui 60 litri a testa. Secondo l’ISTAT invece il consumo medio per abitante è di ben 215 litri al giorno. Anche per la dispersione dell’acqua le notizie sono sconfortanti. In media nei capoluoghi principali la perdita di acqua raggiunge e supera il 36 per cento. Mentre complessivamente sul territorio nazionale la dispesione idrica è oltre il 42 per cento.
Soprattutto in alcune zone la dispersione è molto elevata. Al Sud e nelle Isole si calcola che circa la metà del volume di acqua potabile nelle rete idrica è disperso. La differenza tra Regione è notevole, con il Sud a far registrare il record negativo con la Basilicata, dove si disperde circa il 62 per cento dell’acqua. Ma anche al Nord ci sono esempi negativi: in provincia di Belluno la dispersione idrica è anche maggiore con il 70 per cento, in compagnia di Latina.
La città dove la dispersione è minore è Macerata con il 9,8 per cento. Infine sempre elevati i consumi di acque minerali imbottigliate con una spesa mensile a famiglia tra i 20 e i 25 euro, acqua considerate più controllate e sicure da percentuali molto alte di cittadini.