Avete ricevuto una bolletta con una lettura, e un conto, troppo alta rispetto a quanto c’è su contatore? È possibile avviare la procedura di rettifica.
L’importanza del leggere e saper leggere le voci di una bolletta le abbiamo già ribadite più volte; un passaggio fondamentale da compiere quando la fattura arriva e prima di avviare il pagamento. Questo perché l’errore è dietro l’angolo e basta davvero un niente per vedersi addebitati costi aggiuntivi per servizi che non si sfruttano o ancora, nel caso di luce acqua e gas, il rischio è che il conto arrivi più salato di quanto dovuto a causa della discrepanza dei numeri del contatore.
Quando quest’ultimo caso avviene, quando cioè in bolletta è segnata una lettura più alta di quella che invece è riportata sul contatore personale, è possibile avviare la procedura di rettifica della fattura. In questo modo si eviterà di pagare delle cifre esorbitanti a causa di un errore.
Rettifica di una bolletta, cos’è a cosa serve e come avviarla
Fra i consumi effettivi e quelli stimati, che sono quelli utilizzati in molti casi per l’emissione delle fatture, è spesso discrepanza; per ovviare a questo malinteso è stata istituita la procedura di rettifica, che permette ai consumatori di contestare e segnalare fatture con letture stimate considerate troppo alte e/o imprecise rispetto agli effettivi consumi.
La rettifica si può richiedere anche quando ci rendiamo conto che l’offerta ovvero la tariffa che paghiamo è inadeguata ai nostri consumi; ma anche quando siamo di fronte ad una bassa efficienza energetica o, ancora, quando siamo in presenza di una mancata autolettura, quel meccanismo che consiste nel leggere i numeri sul contatore e comunicarli al fornitore che in questo modo avrà un quadra definita e specifica su quelli che sono i consumi effettivi del cliente.
La procedura di richiesta di una rettifica essenzialmente dipende dal fornitore con cui si ha il contratto di luce, gas o acqua. Tuttavia negli ultimi anni, per velocizzare tutte le procedure, le varie società si sono attrezzate con siti internet su cui è possibile registrarsi e creare una propria area utente in cui saranno poi accantonati tutti i dati riguardati la specifica e personale fornitura. Da questa propria area utente sarà possibile trovare anche la voce rettifica e cliccando su di essa sarà definita tutta la procedura da seguire. In alternativa è possibile recarsi nei centri di informazione più vicini e farsi indirizzare dagli operatori.
Cosa succede dopo la richiesta
L’Arera, cioè l’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente, ha definito quello che è il meccanismo che segue alla richiesta di rettifica della bollette. Nel momento in cui l’errore è accredito e riconosciuto, il consumatore ha diritto a vedersi restituita la somma accredita per sbaglio. Nel caso di bollette già pagate, quindi, il fornitore ha 60 giorni di tempo per l’accredito; tempi che arrivano a 90 giorni qualora la bolletta sia quadrimestrale.
L’accredito della somma dovuta può essere erogato dalla società anche in bolletta, quindi andando a detrarre il dovuto dalla fatturazione successiva. Infine, se l’accredito della somma avviene dopo i tempi previsti -i famosi 60 o 90 giorni solari- allora il fornitore, nella prima bolletta utile, deve liquidare il cliente con un indennizzo di 20 -40 o 60€ a seconda del ritardo protratto.