Ti è arrivata la bolletta più alta del solito? C’è un modo per scoprire se questo aumento è legale e per chiedere subito il rimborso.
Il caro vita ha duramente impattato su ogni settore. In particolare su quello energetico. L’inizio del 2023, sulla scia del 2022, è stato davvero molto duro per gli italiani che hanno dovuto fare i conti con aumenti vertiginosi del costo delle forniture energetiche. Durante l’anno, il costo delle tariffe è andato via via abbassandosi, ma lo spauracchio di una bolletta molto salata è ancora molto diffuso.
E quindi si cerca di ridurre i consumi in ogni modo, spegnendo ogni minimo led in casa che possa generare consumo in eccesso di elettricità, o fare attenzione ad ogni spreco. E quando arriva la bolletta, quindi, si immagina di avere un costo contenuto. Ma se invece ti fosse arrivata più alta del solito? Come è possibile verificare se tali aumenti sono legali? Si può chiederne un rimborso? Ecco tutto quello che c’è da sapere.
Bolletta più alta del solito: come chiedere il rimborso
Quello che spaventa di più tantissime famiglie italiane sono le bollette della luce e del gas. In particolare in questo periodo autunnale – invernale, in cui i consumi sono sicuramente maggiori, si teme che le bollette possano essere molto alte. Però bisogna comunque controllare attentamente le fatture che ci giungono a casa, in quanto ci potrebbero essere degli aumenti che non erano stati preventivati.
Motivo per il quale la bolletta potrebbe essere più salata. Bisogna quindi comprendere se tali bollette sono effettivamente corrette, e se c’è modo per poter chiedere un rimborso all’ente che ne eroga il servizi. Infatti, molti utenti in seguito a numerose segnalazioni, hanno condotto l’Antitrust ad effettuare dei controlli per numerosi aumenti illegittimi. Ed ecco che sono fioccate le sanzioni.
Come controllare?
Sono numerose le compagnie che sono state sanzionate, e l’elenco può essere consultabile tramite l’AGCOM. Si contesta in particolare la modifica unilaterale contrattuale, e che deve pervenire per forma scritta al consumatore, che ne deve espressamente prestare il consenso. Per trasparenza, infatti, tali modifiche devono pervenire con un termine di preavviso di almeno 2 mesi per tutte le variazioni automatiche, di almeno 3 mesi per le variazioni che non sono state inserite all’inizio del contratto.
Insomma, è bene controllare le bollette e fare anche il confronto con quelle precedenti, per comprendere se effettivamente le tariffe sono state modificate senza il dovuto preavviso, e soprattutto senza consenso. Se ci si accorge che il tutto non è legale, è ipotizzabile prevedere un ricorso e chiederne il rimborso. Sicuramente i tempi saranno lunghi, ma è un atto dovuto.