Se hai assunto una badante o una colf ma hai scelto di licenziarla, quanti giorni di preavviso le spettano di diritto? Vediamo cosa dice la legge.Â
Per svariati motivi, puoi dover ricorrere alla drastica misura di licenziare la colf o la badante che hai assunto. Ma secondo la legge, quanti giorni di preavviso le spettano? Entriamo nei dettagli e capiamo cosa stabilisce la normativa, così da agire secondo i giusti parametri.
Come da contratto collettivo, un datore di lavoro che ha intenzione di licenziare la propria lavoratrice domestica, deve rispettare un determinato periodo di preavviso. Innanzitutto, è sempre opportuno discutere con lei le motivazioni che hanno portato a questa decisione. Poi, bisognerà consegnarle la lettera di preavviso (con dicitura raccomandata consegnata a mano) indicando la data nella quale avverrà la conclusione del rapporto di lavoro, calcolata sulla base delle ore settimanali e dell’anzianità di servizio.
Colf o badante da licenziare: quali tempi di preavviso vanno rispettati
Quando si tratta di licenziamento di una colf, i giorni di preavviso spettanti sono uguali per tutti i rapporti di lavoro che superino le 24 ore settimanali: si parla di 15 giorni lavorativi per un’anzianità inferiore a 5 anni e 30 giorni di lavoro per un’anzianità superiore a 5 anni. Invece, quando si procede con il licenziamento di una colf che lavora per un numero di ore pari o inferiore alle 24 settimanali, sono previsti 8 giorni di preavviso per un’anzianità fino a 2 anni e 15 giorni di calendario per un’anzianità superiore a due anno.
Sono differenti le leggi in fatto di portieri privati, custodi e lavoratori che vivono in alloggio indipendente di proprietà del datore di lavoro: il preavviso sarà di 30 giorni fino ad un anno di anzianità e 60 giorni per un’anzianità superiore ad un anno.Â
In caso di morte del datore di lavoro, gli eredi devono provvedere a porre fine al rapporto di lavoro e corrispondere alla lavoratrice l’indennità di un mancato preavviso, pari alla durata del rapporto di lavoro e alle ore settimanali che erano previste da contratto.
Tra i motivi consentiti per il licenziamento di una colf o una badante, vi sono giustificati motivi oggettivi come il trasferimento di un datore di lavoro in una casa di cura o giustificati motivi soggettivi che possono essere legati all’apprezzamento delle prestazioni della colf e dei suoi comportanti, nonché per motivi disciplinari o giusta causa, come un abbandono del posto di lavoro o per un atto grave commesso. E’ bene non sottovalutare mai la motivazione del licenziamento e corrispondere all’ex-lavoratrice quanto dovuto, per evitare di incappare in cause giudiziali che, nella maggior parte dei casi, favoriscono chi prestava servizio. Vedi anche cosa serve per mettere correttamente in regola colf e badanti.