Buoni fruttiferi postali, avviso di Poste italiane attraverso il proprio sito ufficiale. Elencati tutti i buoni fruttiferi postali in scadenza nel 2024 e 2025 e pertanto a rischio di prescrizione successivamente
Passano gli anni e i decenni ma i buoni fruttiferi postali continuano ad essere un punto di riferimento assoluto in Italia. E per tutte le età e qualunque fascia sociale. Il marchio Poste italiano è sinonimo di garanzia in quanto ente statale, poi l’opportunità di investire ma farlo in maniera misurata e sicura senza assolutamente rischiare di perdere il proprio capitale. Se poi si considerano i vari prodotti disponibili e la facilità con cui è possibile interfacciarmi e interagire con essi attraverso l’app sempre più implementata nel corso dei mesi, ecco che il quadro si fa irresistibile per chi vuole valorizzare i propri risparmi ma senza esagerare.
Il guadagno non sarà enorme, certo, ma è dettato appunto dal fatto che si tratta di un investimento a basso rischio. Significa che serviranno parecchi anni di accantonamento per vedere maturare cifre in maniera più significativa, ma che al contempo i soldi piazzati sono al sicuro e soprattutto possono essere prelevati o spostati in qualsiasi momento. A differenza, invece, di forme di investimenti decisamente più osate dove c’è la possibilità di guadagnare più soldi e anche più velocemente ma con un compromesso che potrebbe non piacere a chi ci tiene ad aumentare il proprio fondo e non certo rischiare di ridimensionarlo.
C’è un solo rischio di perdere i soldi quando si tratta dei buoni fruttiferi di Poste. Ed è il caso di quando questi vanno in prescrizione, diventando prima infruttiferi e diventando poi a distanza di anni anche non più recuperabili. Ma questo riguarda ormai solo i buoni nella classica modalità cartacea, poiché per i moderni dematerializzati c’è una garanzia non di poco conto a tal proposito: superata la scadenza, la somma investita viene automaticamente accreditata sul conto corrente associato del titolare. Il che significa che non vi è rischio che la somma venga perduta.
Chi opta però per la soluzione classica, sempre più gradita dai meno giovani che sono abituati al famoso “pezzo di carta” che dia loro sicurezza psicologica e che attesti nell’immediato qualcosa, bisogna prestare particolare attenzione al termine ultimo e soprattutto negli anni avvenire. C’è tempo fino a 10 anni per poter reclamare un proprio buono scaduto: dopo, la somma è perduta per sempre. E a tal proposito sul proprio sito ufficiale Poste ha già diramato l’avviso per una serie di buoni che si avvicinano pericolosamente alla data di prescrizione.
Ecco quanto si legge dal portale: “Nelle tabelle sottostanti sono riportate le tipologie di Buoni Fruttiferi Postali oggetto di prescrizione e scadenza negli anni 2024 e 2025. Per chiarimenti è possibile rivolgersi al personale presso gli Uffici Postali, consultare il sito poste.it https://buonielibretti.poste.it/risparmiare-con-i-buoni.html#valore, nonché il sito di www.cdp.it”. E’ determinante controllare la data scadenza del proprio buono postale. E una volta identificata questa bisognerà calcolare i dieci anni successivi per comprendere qual è il limite della prescrizione.
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