Contratto degli statali, al via le procedure per il rinnovo. Vediamo quali sono i punti principali dell’accordo raggiunto.
È pronto per iniziare il ciclo di rinnovi dei contratti dei dipendenti della Pubblica Amministrazione con la firma del documento d’indirizzo del ministro Zangrillo. Il rinnovo per il triennio 2022-2024 riguarda circa 193mile lavoratori e si basa su uno stanziamento di risorse pari a circa 555 milioni di euro.
Il documento dà il via alle discussioni per i rinnovi contrattuali dei dipendenti di ministeri, agenzie fiscali, Conte dei Conti, CNEL, enti pubblici non economici e Avvocatura generale dello Stato e riveste un’importanza anche perché rappresenta una linea per gli altri rinnovi del settore pubblico. I punti principali del documento riguardano gli aumenti in busta paga, ma non solo. Sono in discussione smartworking, formazione, progressione economica di carriera.
Il nuovo contratto prevede a regime aumenti del 5,78% in media. Per quanto riguarda sanità, Comuni, Regioni e Forze armate l’ARAN (Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni) punta a garantire un aumento del 5,8% in busta per il triennio 2022-24. Ma per quanto riguarda le retribuzioni nel documento sono affrontate anche le questioni delle progressioni economiche e dei premi.
Il rinnovo tende a cancellare l’anzianità di servizio come criterio per gli incrementi degli stipendi (si tratta delle cosiddette progressioni orizzontali). Nell’ultimo accordo con i sindacati solo il 40% della valutazione per retribuzioni più consistenti è legato all’anzianità di servizio. Si dà uno spazio maggiore alle competenze individuali e in genere al merito, con un peso maggiore ai punteggi attribuiti ai titoli di studio e professionali.
I riconoscimenti extra in busta paga, un tema assolutamente delicato, saranno riconosciuti dai dirigenti solo ai dipendenti più meritevoli, con un’attenzione alla performance, valutata solo alla conclusione di tutto il ciclo di lavoro. Anche promozioni e provvedimenti simili saranno decisi dai dirigenti. Spazio anche alla formazione nel nuovo contratto in discussione. Potrebbe infatti entrare un minimo di formazione, non inferiore a 24 ore, parte integrante dell’orario di lavoro e da legare alla progressione economica.
Nel documento di Zangrillo si interviene anche sullo smartworking con la possibile cancellazione della regola per la quale i dipendenti pubblici debbono lavorare in presenza e non da remoto a casa. Norme più permissive potrebbero essere introdotte per lavoratori fragili e genitori con figli al di sotto dei 14 anni di età. L’idea è si superare il principio della prevalenza delle prestazioni in presenza, con un utilizzo più ampio del lavoro in remoto e in modalità agile.
Purché queste modalità siano compatibili con la natura della prestazione lavorativa. Per questo tema ci sarà una maggiore autonomia decisionale di ogni amministrazione, senza rientrare direttamente nella contrattazione collettiva. Questi i punti salienti della discussione, da concludere entro la scadenza dei contratti nell’anno in corso.
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