Sono stati numerosi purtroppo i furbetti del reddito di cittadinanza nel corso di tutta la permanenza del noto sussidio. Scopriamo come è finita per molti di loro.
In questo 2024 si parla molto di assegno di inclusione, ossia il beneficio che ha donato sollievo a numerosissimi italiani e continua a farlo. L’ADI come noto ha sostituito il vecchio reddito di cittadinanza, da quest’anno non più in vigore. Sebbene spesso si crede erroneamente che l’uno sia la prosecuzione dell’altro, in realtà l’assegno di inclusione è stato disciplinato in modo da tenere sotto controllo la questione beneficiari.
L’assegno di inclusione infatti non poggia su requisiti meramente economici ma anche sulla sussistenza e sulla presenza all’interno del nucleo familiare di componenti minori, over 60 o persone affette da disabilità. Quindi quando si considerano i requisiti dei sussidi medesimi in realtà non è proprio così. L’assegno di inclusione infatti è stato più lungimirante, cercando di evitare quello che purtroppo è accaduto con il reddito di cittadinanza .
Il reddito di cittadinanza era la misura riconosciuta ogni mese a molte famiglie italiane che vertevano in una condizione di disagio economico. Somme che venivano elargite e su cui però si sono scatenate numerose faccende che di certo non fanno piacere. Il motivo è evidente, ci sono stati molti furbetti che aggiravano i requisiti pur di attingere a questa somma mensile e vi sono stati purtroppo tantissimi casi, sparsi su tutta Italia. Nello specifico le varie inchieste riguarderebbero più di 50.000, queste le persone accusate di aver ricevuto indebitamente il reddito di cittadinanza.
Cosa è successo? Che dal 2019 alla fine del 2023 sarebbero state denunciate per esattezza 53.751 persone con l’accusa di non avere i requisiti per fruire del reddito di cittadinanza. Si pensi ad esempio alla residenza decennale; molti stranieri infatti hanno percepito il sussidio senza averne diritto. La legge infatti richiedeva ai richiedenti di aver vissuto in Italia per almeno 10 anni di cui ultimi due in maniera continuativa.
A dire il vero è difficile in questi casi dimostrare la colpevolezza delle persone indagate, nella maggior parte dei casi infatti almeno per quanto riguarda gli stranieri non capivano la lingua italiana e si rivolgevano ai CAF per essere aiutati a compilare la domandina. Doveva essere il CAF a spiegare che non potevano accedere al RdC perché mancava il requisito della residenza decennale. Poi su questo requisito anche la Commissione Europea è intervenuta dichiarandolo illegittimo in quanto per il permesso di soggiorno bastano 5 anni di residenza.
Molti italiani sono finiti anche nel mirino dell’accusa perché ad esempio beneficiari di altre entrate mentre si godeva del sussidio. E’ vero che il reddito di cittadinanza poteva essere sospeso o ridotto se vi sono delle nuove entrate ma non c’è reato se l’altro reddito non supera i 6.000 mila euro annui, E’ il caso di una signora umbra che col gioco d’azzardo aveva vinto una cifra inferiore. Accusata dall’INPS per non aver denunciato la somma. Questi furbetti sono costati allo Stato, cioè almeno considerando l’importo delle truffe, una somma pari a 581 milioni di euro. Considerando il totale speso per erogare il sussidio, si tratta del 1,7% del totale, una percentuale molto minima.
Ma torniamo alla domanda principale ovvero che fine hanno fatto i furbetti denunciati? In realtà i Tribunali in tutta Italia sono stati chiari nello stabilire che i furbetti non ci sono stati. Nel senso che sono stati tutti quanti assolti perché appunto è difficile dimostrare la colpevolezza e la malafede di queste persone.
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