Assegno unico, possibile ritardo nei pagamenti per le prossime mensilità del bonus INPS: a riferirlo è direttamente l’istituto nazionale della previdenza sociale, ecco cosa succede
L’assegno unico è diventato un assoluto punto di riferimento per le famiglie italiane da quando, dal 2021 in poi nel pieno del Covid, è stato ufficialmente lanciato in Italia e a favore dei genitori e in maniera indistinta, che siano essi lavoratori dipendenti o partite iva e indipendentemente dall’ISEE di riferimento. Ovviamente – come giusto che sia – la quota più alta è indirizzata a chi ne ha teoricamente maggiormente bisogno, ma pur avendo un indicatore economico alto si può avere un contributo seppur in una forma ridotta o addirittura minima, che corrisponde in quest’ultimo caso a un accredito mensile di almeno 57 euro al mese.
Si è rivelato così un contributo assolutamente prezioso, questo, per i nuclei familiari. Specialmente per chi ha più di un figlio e le tante spese da sostenere per quanto concerne abbigliamento, istruzione, sport e altre esigenze varie. Un aspetto altrettanto determinante è stato sia la tempistica di questi pagamenti, precisi ogni 30 giorni senza accavallare ritardi in stile bonus nido, sia la creazione di un vero e proprio calendario così da offrire ai genitori anche una data di riferimento per sapere su quando poter far conto su quelle cifre.
Assegno unico, prossimi pagamenti in ritardo: perché
Tuttavia negli ultimi mesi soprattutto, da quando è stato aggiornato l’ISEE come previsto ogni marzo, i pagamenti non stanno più arrivando in maniera precisa e la stessa INPS spiega il perché. Via social, infatti, l’ente, attraverso un addetto social, è solito rispondere alle domande degli utenti a proposito di dubbi o chiarimenti. E ce n’è stato uno che accomunava molti cittadini riguardante proprio tale sostegno: “Ma come mai l’assegno unico con valuta in tale giorno non è poi effettivamente arrivato?”.
La risposta è ufficiale stata la seguente: “Le date del calendario pagamenti sono orientative e indicano le disposizioni dei pagamenti che potrebbero poi venire accreditati sul conto dopo qualche giorno”. Questo significa che anche se vi è segnata una data precisa nel fascicolo previdenziale, questa potrebbe giungere comunque 24-48 o addirittura 72 ore più tardi – ma non dovrebbe essere di più – per questioni bancarie e puramente tecniche relative alle emissioni dei pagamenti.
E c’è chi ancora aspetta il bonus nido…
Un annuncio che apre per la prima volta, ufficialmente, a possibili ritardi mensili. Ma la cifra spettante – garantisce l’INPS – arriverà comunque entro fine mese, senza mai la possibilità che un pagamento salti. C’è chi lo considera un passo indietro rispetto alla creazione del calendario che aveva creato una certa armonia e puntualità sul fronte dei pagamenti. Molti altri prendono atto senza troppe polemiche, trattandosi di 2-3 giorni la massimo: meglio questo che la lunga e logorante attesa del bonus nido per esempio, con molte famiglie che ancora oggi attendono più di una mensilità a pochi giorni dalla conclusione dell’anno scolastico.