Gli errori da conoscere e non commettere per non rischiare di perdere l’Assegno di Inclusione. In molti l’hanno perso così.
Come ormai sappiamo, l’Assegno di Inclusione è un sostegno economico erogato in favore di famiglie in particolare disagio economico che abbia un membro over 65, un minore o soggetto con disabilità e un reddito annuale complessivo che non superi i 9.360 euro di ISEE.
Una volta presentata la domanda, gli uffici preposti svolgono i dovuti accertamenti e in caso di esito positivo, dal mese successivo alla presentazione della richiesta si ottiene l’aiuto economico. Procedimento abbastanza semplice che però deve essere seguito scrupolosamente, perché l’errore è dietro l’angolo e così facendo si rischia di perdere l’Assegno, anche quando questo è stato già approvato e sono avvenuti i primi accrediti.
Per ottenere l’Assegno di inclusione non basta solo presentare la domanda e aspettare che gli uffici facciano il resto. Al contrario ci sono una serie di obblighi a cui adempiere se non si vuole perdere tale diritto. Una volta sottoscritto il PAD -di cui abbiamo parlato approfonditamente qui– si hanno 120 giorni di tempo per presentarsi ai servizi sociali competenti, in caso contrario al termine della scadenza si avvia la sospensione della domanda.
Altra cosa importante è quella di attenersi alle convocazioni dei servizi sociali e dei centri per l’impiego. Le assenze ingiustificate comportano l’immediata cessazione dei versamenti economici.
Ma non solo queste due le ipotesi che potrebbero portare alla revoca dell’assegno. Altri casi previsti sono: il rifiuto di sottoscrivere il PAD con i servizi sociali e i centri per l’impiego; la mancata partecipazione alle attività formative e di riqualificazione; subentrata assenza dei percorsi di istruzione per adulti di primo livello o il completamento del ciclo di studi dell’obbligo. L’ultima delle ipotesi riguarda il rifiuto da parte del beneficiario di una qualsiasi delle offerte di lavoro sopraggiunte.
Non solo obblighi per continuare ad ottenere il contributo, ma anche obblighi da condividere per far cessare i versamenti. Si smette di essere beneficiari, infatti, qualora si avvii un nuovo rapporto lavorativo; in questo caso il beneficiario ha 15 giorni di tempo per comunicare all’INPS il nuovo contratto di lavoro.
Recovato l’assegno anche nel caso in cui vengano meno i requisiti necassi per l’assegnazione, come per esempio variazioni nel reddito ISEE, anche in questo caso il beneficiario ha 15 giorni di tempo per comunicare gli eventuali cambiamenti che determinano la decadenza dei requisiti necessari.
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