Assegno Inclusione, la tua domanda è stata respinta: le motivazioni

Perché la domanda di Assegno di inclusione è stata respinta: tutte le motivazioni per cui il responso dell’Inps può essere negativo.

assegno inclusione respinto
L’Inps ha respinto l’assegno di inclusione: ecco tutte le ragioni per cui può accadere – codiciateco.it

Proprio in questi giorni l’Inps sta comunicando gli esiti delle domande di Assegno di inclusione. Sono molti i richiedenti che si sono visti respingere le domande presentate. Per quale motivo, per molti beneficiari, le richieste sono state respinte anche se fino allo scorso mese erano state accettate? I motivi per cui ciò può accadere possono essere molteplici, soprattutto possono essere dovuti in primo luogo alla mancanza dei requisiti economici.

Domanda di Assegno di Inclusione: i motivi per cui molti beneficiari si sono visti respingere le richieste

persone davanti al computer
L’assegno inclusione è stato respinto: ecco le motivazioni – codiciateco.it

Come si legge sul portale dell’Inps, l’Assegno di Inclusione (ADI) è una «misura nazionale di contrasto alla povertà, alla fragilità e all’esclusione sociale delle fasce deboli attraverso percorsi di inserimento sociale, nonché di formazione, di lavoro e di politica attiva del lavoro, istituita a decorrere dal 1° gennaio 2024 dall’articolo 1 1 del decreto-legge 4 maggio 2023, n. 48, convertito con modificazioni dalla legge 3 luglio 2023, n. 85». L’Assegno di Inclusione consiste in un sostegno economico e di inclusione sociale e professionale, composto da due parti: un’integrazione del reddito familiare fino a una soglia (quota A) e un sostegno per i nuclei residenti in abitazione concessa in locazione con contratto ritualmente registrato (quota B).

Con la nuova Legge di Bilancio 2024, i requisiti per accedere al sostegno economico non sono cambiati. Il valore Isee, ad esempio, è sempre di 9.360 euro, mentre il reddito familiare non deve superare i seimila euro. Sono cambiati, però, i criteri per il calcolo del parametro di scala di equivalenza, che potrebbe aver comportato il superamento delle soglie reddituali e la mancanza del requisito economico.

Le diciture utilizzate dall’Inps per spiegare il rifiuto delle domande

Sui social network in queste ore stanno aumentando le polemiche da parte di chi si è visto respingere le domande di Assegno di Inclusione, anche con reddito pari a zero. Le motivazioni che hanno quindi portato al rifiuto delle domande non possono solo essere collegate alla mancanza di requisiti economici. Nel comunicare l’esito delle richieste, l’Inps ha specificato il problema indicando alcune diciture.

Una delle diciture specificate è quella dei “controlli preliminari“: le domande possono essere respinte se i dati comunicati dai richiedenti non concordano con le informazioni in possesso dell’Inps e recuperate dalle banche dati come dall’Agenzia delle entrate, ma anche dai Comuni. La dicitura “verifica della residenza” è seguita dalla specifica ragione che ha determinato l’esito negativo della domanda, che potrà ad esempio essere respinta se la residenza comunicata nella Dsu ai fini Isee non è la stessa presente negli archivi del Comune, oppure se non risulta la residenza in Italia da almeno cinque anni di cui gli ultimi due in maniera continuativa.

La terza e quarta voce riguardano i controlli anagrafici e la verifica della cittadinanza. L’Assegno di Inclusione spetta solo al cittadino europeo o a un suo familiare. Il richiedente può essere titolare del diritto di soggiorno o del diritto di soggiorno permanente, ovvero essere cittadino di paesi terzi in possesso del permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo, ovvero titolare dello status di protezione internazionale. In mancanza di questi requisiti la domanda non è accolta. Le altre voci riguardano la verifica dei beni durevoli, la verifica dell’Isee, la verifica dell’attività lavorativa e la verifica delle dimissioni volontarie.

Un’altra motivazione del rifiuto della domanda riguarda la composizione del nucleo famigliare. Se l’Inps non ha accertato la presenza di persone in stato di bisogno tale da beneficiare dell’Assegno di inclusione non accetterà la domanda. A differenza del Reddito di cittadinanza, infatti, l’ADI può essere richiesto solo in presenza nel nucleo famigliare di almeno un minore, un ultrasessantenne o persone con disabilità. La situazione del nucleo famigliare deve essere chiarita nella Dsu per l’Isee.

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