Assegno inclusione, dal 26 gennaio sono arrivati i primi soldi e altri sono previsti per metà mese: quali sono i calcoli da fare
La settimana prossima ci sarà il secondo pagamento dell’Assegno di Inclusione. Il 15 febbraio infatti toccherà ai cittadini che hanno presentato domanda dall’8 al 31 gennaio e che sono risultati in linea con i requisiti. Questo mese, ricordiamolo, gli accrediti saranno due). A breve arriveranno gli Sms con data e ora dell’appuntamento in Posta per il ritiro della carta. Il mese scorso molti beneficiari hanno visto la propria richiesta respinta o comunque accettata non con la soglia massima.
Come esiste un importo massimo, oltre il quale ogni mese non si può ricevere, esiste anche quello minimo. Prima però vediamo come si calcola. Così come il Reddito di Cittadinanza, ricordiamo che l’Assegno di Inclusione è un’integrazione del reddito familiare che può raggiungere massimo 500 euro al mese, dunque 6.000 euro all’anno, ma che può aumentare per le famiglie più numerose. La misura infatti non è pensata solo perché chi non ha reddito ma anche per chi guadagna poco e – tra i vari requisiti – ha un Isee inferiore o pari a 9.360 euro.
L’importo si calcola sottraendo da 6.000 euro il valore del reddito familiare, dividendo per 12 mensilità. In pratica ha diritto a 500 euro mensili solo chi ha reddito pari a zero. È diverso il calcolo per i nuclei familiari più numerosi. La soglia di 6.000 euro va aumenta moltiplicando tale valore per il parametro di scala di equivalenza al massimo pari a 2,2, o 2,3 nel caso dei nuclei familiari con persone disabili: l’importo dunque può essere di 1.150 euro. Se poi si aggiunge il rimborso per il canone annuo per il fitto di casa, si può arrivare in un anno fino a 3.360 euro annui.
Alla prima ricarica del mese scorso molti beneficiari hanno notato che l’Assegno di inclusione è più basso del Reddito di Cittadinanza: è così perché non sono compresi nella scala di equivalenza chi hai dai 18 ai 60 anni, chi non è disabile e non è inserito nei programmi di cura.
Allo stesso momento è anche possibile che l’Assegno di Inclusione possa essere aumentato più facilmente. Per fare un esempio, con i figli a carico l’Assegno Unico che viene pagato separatamente e per intero e per chi non è occupabile e dunque non compreso nella scala di equivalenza possono fare richiesta del bonus di 350 euro per chi prende parte alle attività previste dal Supporto per la formazione e il lavoro.
L’importo minimo, indipendentemente dal risultato del calcolo, ogni anno spettano almeno 480 euro, dunque 40 euro al mese che si aggiungono al reddito anche se non viene calcolato nella dichiarazione per il pagamento dell’Irpef.
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