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Assegno familiare, Bruxelles da nuove direttive all’Italia per quanto riguarda gli stranieri

La Commissione europea ha deferito il nostro Paese alla Corte di Giustizia: l’Assegno familiare per i figli a carico deve essere elargito anche agli stranieri.

assegno unico familiare alle famiglie straniere
L’Italia richiama sulle concessioni all’Assegno familiare (CodiciAteco.it)

Nel 2022 l’Italia ha introdotto l’Assegno Unico ed Universale per i figli a carico, si tratta di un nuovo regime per gli assegni familiari. Si tratta come ormai sappiamo di un accredito economico elargito dall’INPS a quei genitori che hanno figli a carico fino ai 21 anni di età; si tratta di un bonus, se così vogliamo definirlo, che viene erogato a tutti i genitori con somme che sono stabilite in base alla divisione in fasce ISEE. Inoltre l’Assegno Unico subisce ogni anno una rivalutazione rispetto a quello che è l’indice di inflazione per cui c’è sempre un aumento anno per anno.

Secondo questa nuova normativa, però i cittadini e genitori italiani che non risiedono in Italia da almeno 2 anni non hanno diritto a questo aiuto; siano essi cittadini italiani considerati lavoratori mobili, siano essi lavoratori con cittadinanza italiana ma residenti nuovamente all’estero, magari nel Paese di origine. Stesso discorso che vale per i cittadini stranieri che lavorano da poco nel nostro Paese o che hanno figli all’estero. Un punto sul quale l’Italia è stata ufficialmente deferita dalla Commissione europea in quanto va a violare il diritto UE, costituendo una discriminazione visto che uno dei fondamenti dell’Unione è il pari trattamento dei cittadini senza alcuna distinzione basata sulla nazionalità.

Assegno Unico agli stranieri, l’Italia intenzionata a dare battaglia

assegno unico per genitori italiani che risiedono all'estero
L’Italia dovrà elargire l’aiuto anche agli italiani all’estero (CodiciAteco.it)

Il perno della questione, secondo la Commissione europea, è che i cittadini stranieri che lavorano nel nostro Paese e quindi vi pagano le tasse, hanno diritto di accesso a questo aiuto economico anche se risiedono da poco nello Stivale in quanto “contribuiscono allo stesso modo al sistema di sicurezza sociale e pagano le tasse dei lavoratori locali“.

Non solo, la Commissione estende il concetto anche ai cittadini stranieri che lavorano in Italia ma non ne sono residenti o che hanno figli che risiedono in un altro Stato membro UE. Le regole europee, sottolineano nella noto dalla Commissione, vietano “qualsiasi requisito di residenza ai fini della percezione di prestazione di sicurezza sociale quali le prestazioni familiari“.

Già settimane fa il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha annunciato di voler dare battaglia a questa iniziativa di infrazione, si tratta di una “misura insostenibile” per l’Italia ha sottolineato Meloni che porterebbe come unico risultato quello di togliere il sostegno a 6 milioni di famiglie che ora lo ricevono.

Cosa succede ora

La defezione alla Corte di Giustizia UE è la fase finale di un procedimento che è stato avviato nel Febbraio del 2023; bisognerà attendere la decisione della Corte e in caso favorevole in nostro Paese dovrà adeguarsi e decidere che fare in futuro se davvero mancano le risorse a coprire l’Assegno Unico.

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