Assegno di mantenimento, spetta all’ex coniuge anche quando non ci sono i figli? Cosa dice la Legge sul punto? E’ ora di fare chiarezza.
Sono sempre più le persone che dopo un matrimonio più o meno lungo decidono di porre fine alla loro relazione presentandosi dinanzi a un Giudice e procedendo nelle aule dei Tribunali per ottenere il divorzio. Tale Istituto nel corso degli anni ha subito numerose modifiche, una delle più importanti se non forse la principale concerne le tempistiche. Se ab origine infatti un divorzio richiedeva un processo molto lungo e anche faticoso sia dal punto di vista economico che psicologico per la ex coppia e passavano quindi anni, adesso invece è tutto molto più celere.
Velocità necessaria per consentire ai coniugi di poter riottenere la serenità che non avevano più all’interno del matrimonio ed iniziare una nuova fase della vita da soli o comunque all’interno di una nuova coppia. Il divorzio è sempre stato un qualcosa di molto difficile da accettare, ma sorpassando le questioni meramente religiose che si possono avere, già la concezione in sé del divorzio non è delle migliori, dato che consiste nel mettere la parola fine ad un qualcosa, ad un progetto su cui si era puntato molto.
Assegno di mantenimento senza figli, si o no?
Accanto alle questioni morali, ve ne sono altre di natura pratica che meritano di essere sottolineate, quali appunto le questioni derivanti dall’assegno di mantenimento, la somma erogata mensilmente all’ex coniuge. La Giurisprudenza è piena di casi in cui la ex moglie tiene con sé i figli e l’ex marito versa delle somme per mantenere la prole.
Ma la domanda sorge spontanea: qualora i figli non ci fossero, l’assegno di mantenimento dev’essere versato ugualmente? Nel caso in cui la coppia quindi non dovesse avere dei figli, l’assegno di mantenimento chiaramente non è dovuto per la prole quindi il Giudice dovrà procedere a delle valutazioni comunque differenti. Dovrà eventualmente essere considerato solo l’assegno divorzile.
I presupposti ai fini della determinazione del diritto al suo riconoscimento ed in subordine la determinazione del quantum, sono sempre gli stessi nel senso che si deve considerare se c’è una disparità economica notevole tra i due coniugi coinvolti, soprattutto se il coniuge più debole sul piano economico non può migliorare la propria condizione in futuro.
La disparità economica
Quindi chi si trova invece in una posizione più avvantaggiata deve riconoscere un minimo al mese per consentire la prosecuzione del medesimo stile di vita che aveva l’altra parte in regime di matrimonio. I motivi della disparità possono essere vari quindi della mancata formazione scolastica, non avere quindi un titolo di studio importante e forte che permetta di essere competitivi nel mondo del lavoro, all’età avanzata. Considerando altresì il tempo dedicato alla famiglia e quindi lontano dal lavoro.