Assegno di inclusione, comunicazione importante per tutti i beneficiari: c’è una scadenza fissata per il 16 aprile che diventa fondamentale. Chi non risponde perderà infatti l’aiuto INPS
Siamo oramai al terzo mese effettivo col nuovo assegno di inclusione in Italia. Subentrato al Reddito di cittadinanza lo scorso 1 gennaio 2024, il nuovo contributo statale è il nuovo punto di riferimento per le famiglie che necessitano di un costante contributo economico in quanto versano in una condizione finanziaria complicata e senza un lavoro per vivere dignitosamente. L’obiettivo teorico, a lungo andare, a differenza dell’RdC, è quello offrire concretamente una posizione lavorative a queste persone che nel frattempo terreno botta con un assegno da minimo 480 euro.
In questa circostanza, diversamente dalla precedente misura dove il cerchio era molto più largo e ingannabile, solo i nuclei familiari con minori, disabili o anziani con più di 60 anni. Dovrà esserci ovviamente sempre il requisito economico alla base, il quale corrisponde a un ISEE che non va oltre i 9,360 euro annuali e un reddito che non eccede i 6.000 euro tranne che in alcuni casi specifici – come famiglia composta di soli anziani o disabili gravi dove si può eccedere a un massimo di 7.560€ all’anno.
Assegno di inclusione, chi rischia di perderlo il 16 aprile e perché
Con questi requisiti si potrà presentare domanda all’INPS e, se tutto confermato, la domanda sarà accettata e con i pagamenti che arriveranno poi con costanza con un calendario ADI già delineato. Tuttavia c’è anche un dovere per i beneficiari, ovvero presentarsi presso i Servizi sociali a 120 giorni massimo dalla sottoscrizione del patto. Tale passaggio è infatti altrettanto fondamentale per ricevere l’aiuto, dove il richiedente conferma che i dati presentati sono autentici, prende l’impegno col governo per ricevere in cambio questo sostegno e comunica i propri riferimenti telefonici e di posta elettronica per essere contattato prossimamente.
A tal proposito, come riportano i colleghi di TuttoLavoro, il 16 aprile diventa subito la prima data cruciale per questi titolari: considerando che l’istituto ha aperto la procedura per l’invio delle domande lo scorso 18 dicembre 2023, la data del mese prossimo diventa vitale per non perdere l’aiuto. Il regolamento ADI prevede infatti il decadimento se non ci si presenta ai Servizi Sociali entro 120 giorni dalla sottoscrizione del PAD: significa che chi ha presentato domanda prima di Natale e non si presenterà entro la data indicata, riceverà la brutta sorpresa della perdita del contributo e dovrà ripresentarsi presso l’Istituto per provare a riottenere il beneficio. Una situazione assolutamente gratuita e che andrebbe evitata nella maniera più assoluta.