Assegno di inclusione, cosa succede se la domanda viene accettata dall’INPS dopo il mese partente di gennaio? Spettano arretrati anche per i mesi mancano o no?Â
A partire dal 1° gennaio 2024 in Italia abbiamo assistito a un significativo cambiamento nel panorama del sostegno economico e sociale alle famiglie, con l’introduzione ufficiale dell’Assegno di Inclusione, riconosciuto anche con la sigla AdI in sostituzione al vecchio RdC, ovvero il reddito di cittadinanza. Questo passaggio ha portato a riequilibrare le risorse cercando di mirare a chi davvero ne avesse bisogno e di conseguenza a una ridefinizione dei criteri di accesso, determinando l’esclusione di molti ex beneficiari del RdC per esempio.
L’accesso all’ADI è vincolato al soddisfacimento di diversi requisiti, che includono la composizione del nucleo familiare. Affinché una famiglia possa beneficiare dell’assegno, infatti, è necessario che almeno un membro del nucleo familiare sia disabile, minorenne o abbia un’età superiore ai 60 anni e si trovi in condizioni di svantaggio economico. Sono queste le tre chiavi d’accesso fondamentali e senza le quali, pur avendo avuto in passato il beneficio, non è possibile rientrare nella nuova misura.
Assegno di inclusione, spettano arretrati per l’anno 2024?
Ovviamente avere solo una di queste tre componenti di per sé non basta, poiché vanno rispettati anche determinati requisiti economici. È richiesto un Indicatore della Situazione Economica Equivalente – l’ISEE – non superiore a 9.360 euro, con valori aggiuntivi calcolati nel caso di famiglie con minori o con componenti in condizioni di disabilità grave o non autosufficienza. Il reddito familiare complessivo non deve superare i 6.000 euro annui, anche se sono previste alcune eccezioni per famiglie con membri anziani o con disabilità gravi.
E’ questo il quadro, in linea di massima, per poter avere un contributo di 18 mesi con un mese di stop in fase di rinnovo e possibili rinnovi per ulteriori 12 mesi sempre con un mese di stop. L’INPS a tal proposito si è recentemente pronunciata sui motivi per cui molte domande sono in evidenza o sospese e sulle modalità per il ricorso per la domanda dell’AdI respinta. Una domanda che nel frattempo si pongono molti richiedenti e se perderanno le mensilità antecedenti alla domanda o se questa è retroattiva e dunque spetteranno arretrati.
La risposta è negativa: se la domanda per l’assegno di inclusione dovesse essere approvata per esempio il 1 marzo, non spetterebbero le mensilità nel frattempo perse di gennaio e febbraio. Così come una famiglia che ha i requisiti totali soltanto a partire da maggio non può certamente avere accesso alle prestazioni precedenti per le quali tra l’altro nemmeno rientrava. Ecco perché in linea di massima si è sempre suggerito di velocizzare procedure e reperire i documenti necessari il prima possibile ed era indicato farlo soprattutto nei primi giorni di gennaio.