In alcune regioni di Italia sono disponibili altre opzioni all’Assegno di Inclusione: ecco dove è ancora possibile percepire alternative simili al Reddito di Cittadinanza.
Secondo quanto stabilito dalla Legge di Bilancio 2024, l’Assegno di Inclusione ha sostituito il Reddito di Cittadinanza. Da questo precedente sussidio economico, l’Assegno di Inclusione (o ADI) differisce per diverse caratteristiche. Dai soldi cumulabili sulla Carta di Inclusione, ai beni acquistabili, all’accredito mensile, sono tante le caratteristiche che distinguono il vecchio sostegno economico dal nuovo. In alcune regioni di Italia, però, è ancora possibile percepire misure simili al Reddito di Cittadinanza. Ecco in quali città italiane esistono alternative all’ADI.
Le regioni italiane in cui è possibile percepire altre opzioni diverse dall’Assegno ADI: tutte le informazioni al riguardo
Sul portale dell’INPS, si legge che l’ADI è una misura nazionale di contrasto alla povertà, alla fragilità e all’esclusione sociale delle fasce deboli. I requisiti del nucleo famigliare necessari per ricevere i sussidi economici differenziano l’ADI dal Reddito di cittadinanza. Le categorie di beneficiari del vecchio Reddito di Cittadinanza che hanno un’età compresa tra i 18 e i 59 anni, a meno che non siano in condizioni di svantaggio, non possono percepire l’ADI. Non solo nei requisiti si differenziano i due sussidi, ma anche negli importi e nelle scadenze degli accrediti. L’importo medio dell’ADI è infatti pari a 635 euro contro i 563,58 euro erogati nel corso del 2023 per il Reddito di Cittadinanza.
Mentre per il Reddito di cittadinanza le mensilità andavano spese obbligatoriamente entro la fine del mese successivo a quello in cui era stato effettuato l’accredito, l‘ADI funziona in modo diverso. Il governo dà la possibilità alle famiglie di mettere da parte i soldi sulla Carta di Inclusione, senza la necessità di spenderli entro un determinato periodo. Non esiste alcuna scadenza, quindi, né limite di importo sulla Carta di Inclusione.
Alternative all’Assegno di Inclusione: cosa offrono la Sardegna e la Puglia
Nonostante il Reddito di Cittadinanza sia stato sostituito dall’ADI, in alcune regioni è possibile percepire dei sussidi economici simili al Reddito di Cittadinanza. Alle famiglie che non hanno i requisiti per l’Assegno di inclusione, la Sardegna ha stabilito il Reddito d’inclusione sociale o REIS. Per ottenerlo, la componente reddituale dell’ISEE (l’ISRE) deve essere pari o inferiore a 6.000 euro. Sono richiesti un ISEE fino a dodicimila euro, un patrimonio immobiliare fino a quarantamila euro, la residenza in Sardegna da almeno due anni. Il budget di inclusione va da seimila e diciassettemila euro l’anno, con un importo mensile che non può superare i mille e cento euro.
La Regione Puglia, dal 2016, prevede una misura di sostegno definito RED. L’ultimo bando per questo sussidio risale allo scorso anno. Il RED consiste in un sussidio economico riservato ai cittadini di età compresa tra i 18 e i 65 anni che abbiano un ISEE fino a novemila euro, un patrimonio immobiliare non superiore ai trentamila euro. A queste categorie spetta un contributo mensile di cinquecento euro.