Assegno di inclusione, molte polemiche per l’andamento imprevisto della prestazione. La delusione di molte famiglie.
Proprio nelle prossime giornate sono previste le ricariche per i beneficiari dell’Assegno di inclusione (ADI), misura ormai avviata da diversi mesi. Come noto a beneficiari del contributo le famiglia von almeno un componente che sia anziano con almeno 60 anni di età , minorenne, disabile grave (almeno con 74% di invalidità ) o soggetto svantaggiato inserito in programmi assistenziali di strutture socio-sanitarie locali.
Per beneficiare della misura poi occorre rispettare una serie di requisiti di natura patrimoniale e reddituale, con limitazione ISEE a 6mila euro. Recentemente l’Osservatorio INPS ha fornito i dati aggiornati riguardo la prestazione, da cui risulta che sono circa 600mila i nuclei familiari beneficiari, per oltre un milione di persone coinvolte. Numeri molto più bassi di quelli relativi ai beneficiari del Reddito di Cittadinanza che raggiungevano le 900mila unità .
Assegno di inclusione, i motivi del calo dei percettori
Questi cifre confermano la tendenza e la direzione impressa dal governo alla nuova misura. Un deciso taglio dei beneficiari a causa di requisiti maggiormente restrittivi. Le domande finora respinte dall’INPS sono circa 400mila, la stretta preventivata ha funzionato.
Tuttavia anche i fautori di una politica più restrittiva non prevedevano un taglio così deciso dei beneficiari. Stando alle indicazioni dell’INPS la maggior parte dei nuclei familiari percettori sono composti da coppie di anziani, o da persone in età avanzata o con figli disabili a carico. Il numero delle famiglie che prima dell’abolizione avevano fruito di almeno di una mensilità del Reddito di Cittadinanza è stato dimezzato.
Si è passati da un milione e 300mila circa, al momento dell’abolizione della misura, alla metà di inizio 2024. Per quanto riguarda le cifre erogate si è avuta una crescita, passando da una media di 560 euro per il Reddito di Cittadinanza a quella di 607 euro al mese per l’ADI. Per continuare con i numeri se 400mila domande sono state respinte dall’INPS, circa 50mila sono in attesa di una risposta.
Dunque per molte famiglie non resta che tentare di richiedere il Supporto per la Formazione e il Lavoro che prevede un rimborso di 350 euro, durante la partecipazione a politiche attivazione al lavoro. Ma quali sono i motivi di una riduzione così drastica dei beneficiari dell’ADI? Di certo i requisiti economici e anagrafici più rigidi. Un’altra novità ha contribuito alla riduzione dei numeri.
Dal 2024, i figli non conviventi dei genitori risultano a carico di quest’ultimi se non hanno un reddito superiore a 2.840,51 euro, non sono sposati e non hanno figli. Non è più valida la condizione che prevedeva i figli con più di 26 anni non a carico dei genitori. Questo ha determinato l’accorpamento di molti nuclei familiari e quindi per molti di questi la perdita dei requisiti per il beneficio.
Ma non solo le restrizioni hanno determinato un numero minore di domande accettate. Le difficoltà dei servizi socio-sanitari pubblici di confermare all’INPS la condizione di svantaggio dei soggetti da loro seguiti, ha determinato l’esclusione di molti famiglie. Dopo il danno del disagio sociale anche la beffa della domanda respinta.