A partire da luglio del 2024 o, massimo, del 2025, il governo vuole introdurre una nuova forma di tassazione. Già insorgono le prime proteste a riguardo: in cosa consiste.
Inizialmente prevista per il 2026, la nuova tassa sembra possa trovare applicazione addirittura l’anno prossimo, se non quest’anno. Stando alle dichiarazioni ufficiali, l’Italia non ha scampo circa questa nuova introduzione, seguendo il volere dell’emendamento apposito emesso dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti nel decreto legge Superbonus.
Stiamo parlando della Sugar Tax, una tassa applicata su tutte le bibite analcoliche che contengono zucchero. Al contrario di quanto si è portati a pensare, non saranno coinvolte solo le bibite gassate (seppur si trovano in cima alla classifica delle bevande più zuccherate), ma anche succhi di frutta e bevande varie con edulcoranti, in costante crescita sugli scaffali dei supermercati. Capiamo il perché di questa decisione che sta generando sgomento tra le prime persone che ne sono venute a conoscenza.
Sugar Tax, cos’è e perché la stanno introducendo
L’obiettivo celato dietro la Sugar Tax è piuttosto nobile. La tassa vuole scoraggiare l’acquisto di questa tipologia di bibite e spingere le persone a scegliere alternative più salutari. E’ una misura in più per prevenire l’obesità e le patologie correlate, come il diabete: l’Italia oggi è tra i Paesi europei con il tasso più alto di persone in sovrappeso. Parliamo del 9,4% di popolazione obesa e del 40% in sovrappeso, secondo i dati condivisi dal ministero della Sanità. Ancora più preoccupante è la situazione tra i bambini: il 20,4% della totalità è in sovrappeso e la maggior parte di essi risiede nelle regioni meridionali. La colpa è da attribuire ad un’educazione alimentare scorretta che porta ad adottare abitudini non sane, come il saltare la colazione, mangiare troppi cibi processati, ignorare le basi di un’alimentazione sana, ossia povera di zuccheri aggiunti come quelli contenuti nelle bevande messe in discussione.
Secondo quanto dichiarato dal governo, a pagare la Sugar Tax saranno il fabbricante, ossia colui che la vende ai consumatori, l’acquirente e l’importatore nel caso dei prodotti che arrivano da Paesi extra europei. In quanto all’ammontare della tassa, al momento si parla di 5,00 euro ad ettolitro sul prodotto finito, ma arriverà a 10 euro per ettolitro nel 2026. Invece, le bibite zuccherare da preparare con diluizione, vedranno un aumento di 0,13 euro per chilogrammo, che diventeranno 0,25 euro nel 2026. Guarda la lista degli alimenti che in Italia ha subito un aumento di prezzo negli ultimi anni.
Al contrario di quel che sta accadendo in Italia, dove la Sugar Tax rimbalza tra le varie battaglie parlamentari ed extraparlamentari, in decine di Paesi la tassa è stata già introdotta. E’ il caso dell’Inghilterra e dell’Olanda, testimoni dei risultati che essa potrebbe far ottenere: dallo studio pubblicato su PLOS Medicine, condotto dai ricercatori della University of Cambridge School of Clinical Medicine, la Sugar Tax introdotta nel 2018 ha comportato un calo dell’obesità dell’8%, in particolare nelle ragazze tra 10 e 11 anni, quindi 5200 casi in meno ogni anno.