Economia

Appena compiuta questa età di addio all’assegno di invalidità: cosa accade

La legge stabilisce che ad una certa età l’assegno di invalidità cessi di essere versato. Ecco in cosa si trasforma e qual è la soglia anagrafica.

Come si trasforma l’assegno di invalidità dopo una certa età (CodiciAteco.it)

L’assegno mensile di invalidità civile è una prestazione economica erogata dall’INPS e riconosciuta, su richiesta, a quelle persone a cui è stata riconosciuta una parziale riduzione della capacità lavorativa, nello specifico tra il 74% e il 99%. Si parla, invece, di pensione di inabilità per coloro ai quali è riconosciuto una inabilità lavorativa totale e cioè del 100%.

La normativa stabilisce gli importi da assegnare ai cittadini che hanno diritto all’invalidità civile in base ai livelli di quest’ultima. Si possono però individuare tre grandi categorie:

  • invalidità lieve, compresa tra il 33% e il 66%;
  • invalidità medio-grave tra il 67% e il 99%;
  • invalidità totale quando si è alla soglia del 100%.

A stabilire il livello di inabilità è un’apposita commessione medica dell’ASL che poi lo comunica all’INPS la quale provvede a stabilire i benefici, anche economici, di cui ha diritto la persona che ne ha fatto richiesta. L’assegno di invalidità è riconosciuto per la percentuale medio-grave, la pensione per l’invalidità totale. Infine, è bene sottolineare che non c’è un limite d’età perché l’invalidità sia riconosciuta, tuttavia la legge stabilisce che in età pensionabile l’assegno di invalidità cessi di essere versato e si trasformi in altro.

Cosa succede con la pensione e l’assegno di invalidità dopo i 67 anni

In età pensionabile l’invalidità civile cambia (CodciAteco.it)

Le prestazioni economiche sopraindicate cambiano quando il soggetto compie 67 anni ed entra cioè in quella che è riconosciuta come l’età pensionabile. A questo punto assegno e pensione di invalidità civile si trasformano in Assegno sociale sostitutivo e si tratta, tra l’altro, di una conversione che avviene in automatico così come stabilito dalla 118/1971, per cui non è necessario da parte dei soggetti coinvolti avviare nessuna pratica burocratica.

Si tratta comunque di un aiuto economico riconosciuto a chi fino a quel momento ha ricevuto l’assegno o la pensione di invalidità civile. C’è da dire che per la generalità dei cittadini l’importo dell’assegno sociale è fissato a 468 euro, per coloro che lo percepiscono in sostituzione dell’assegno e pensione di invalidità il discorso è diverso. In questi casi, infatti, si tiene conto solo e soltanto dei redditi personali che non possono superare due soglie specifiche:

  • 5.015,14 euro in caso di invalidità parziale;
  • 17.050,42 euro in caso di invalidità totale.

Non sono quindi considerati gli eventuali redditi del coniuge nella determinazione dell’assegno di sociale. Scende però la somma spettante che è fissata a 381,23 euro per 13 mensilità. Potrà comunque continuare a godere delle altre prestazioni previste per l’invalidità civile come, ad esempio, l’esenzione dal pagamento dei ticket sanitari e così via.

L’indennità di accompagnamento

L’unico vero beneficio economico a cui gli invalidi hanno accesso dopo i 67 anni è l’indennità di accompagnamento. Si tratta di una prestazione economica riconosciuta ai soggetti totalmente invalidi e incapaci di deambulare senza l’aiuto di un’accompagnatore.

Anna Peluso

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